Sono passati quattro anni da Too Emotional For Maths, il debutto dei Dilatazione che riscosse consensi trasversali, anche al di fuori dei confini nazionali, col suo post-rock in bilico tra fascinazioni Slint e strutture elaborate dalle parti dei Don Caballero. Ora arriva The Importance Of Maracas In The Modern Age ed è come se nel frattempo ci fosse stato un terremoto in grado di spostare l’asse del mondo musicale della band toscana: le atmosfere sognanti ed oniriche del primo album sono infatti sparite quasi del tutto, per lasciare spazio a una dose consistente di sperimentazione, a incroci stilistici tra elettronica e rock (o quello che ne rimane) e a tanta ironia, a tanti sguardi sarcastici sull’Italia e non solo, che si assommano nei 12 brani proposti. Sembra quasi che i Dilatazione abbiano voluto aprirsi al mondo, uscire dalla loro cameretta dove regnava la malinconia e, una volta fuori, abbiano incontrato una serie di cose, persone e fatti di cui prendersi gioco, adeguando la propria musica e il proprio stile a questa nuova missione. Lo stesso spirito deve animare l’ascoltatore: bisogna essere aperti a suoni non sempre convenzionali e capaci di cogliere l’ironia alla base di quei suoni. In tal caso ci si immerge in un ascolto soddisfacente, ricco di spunti e capace di lasciare il segno, sia esso un ghigno beffardo o qualcosa di più profondo. Già i titoli di molti brani fanno intuire il nuovo spirito dei Dilatazione: per esempio Bettino Krauti, che unisce sample dei ruggenti anni ’80 del grande esule Craxi a ritmiche e inserti elettronici tra Kraftwerk e Neu!, dando un effetto straniante; Exit Poll – Marx On Mars, una cavalcata tra electro e jazz con sax e richiami ai Bee Gees che si perde in una coda da dancefloor spaziale a fine serata; Exit Music (for a Western), che potrebbe essere il punto di incontro tra i Radiohead, Angelo Badalamenti e Ennio Morricone; o ancora Once we were truzzi – E-Doser makes me sick, con tessiture math tra Battles e Pivot, ballabili più di quanto ci si possa aspettare. E questi sono solo alcuni esempi della ricchezza e dell’intelligenza di questo disco, un concentrato di idee e coraggio più che apprezzabile, soprattutto per l’approccio “politico” lontano dalla seriosità che è spesso il maggior limite del mondo indipendente italiano.