Hanno ragione i topi, l’ultimo disco di Edipo, pseudonimo di Fausto Zanardelli, osserva con sguardo critico, ironico e acuto la vita quotidiana, dalla politica alle relazioni interpersonali fino ai recessi del proprio io. Il disco è concepito in un’atmosfera da cameretta, con una finestra che si affaccia sulla città senza perdere la caratteristica di guscio protettivo e di eremo solitario dal quale sviluppare una visione del mondo odierno molto originale. La filosofia di vita di Edipo ci porta a dei paradossi e a delle verità sui piccoli dettagli di questa assurda esistenza, per esempio che per fare un tavolo, come diceva la filastrocca di Endrigo, ci vuole sì un fiore, ma è necessaria anche la droga (“Per Fare Un Tavolo”), che il dolore è più che normale, è banale (“E’ Banale Stare Male”) e che il fegato non è solo un organo del corpo ma va trattato anche come amico e fratello per tutte le funzioni vitali che svolge impassibile (“Sono qui ma torno subito”). La musica che accompagna questi concetti stralunati è quella che rappresenta meglio la cameretta di cui parlavo, un pop in 8-bit fai da te, invaso da tastiere, organetti e synth ma con una produzione di tutto rispetto. La mente va a Gioacchino Turù e Vanessa V, senza quella dose estrema di non sense, e ai Chewingum, ma anche a Daniele Silvestri per l’uso intelligente della metrica e dei frequenti giochi di parole, e (senza offesa) ai dARI, specie nel ritornello di “E’ Banale Stare Male”. Un ottimo disco, leggero ma concreto, che lascia un segno forte senza opprimere l’ascoltatore, formato da fotografie di alta qualità su trent’anni di vita vissuta e osservata dalla propria cameretta.