Le vostre sonorità empiriche si prestano ai live? Quanto è difficile ricreare le stesse vibrazioni che si avvertono in un lavoro concepito in studio?
Il live mantiene la complessità sonora dell’album, anche se ovviamente non è possibile arrivare ad una ricostruzione fedele. Ciò non è considerato da noi come una pecca. Il tutto è più snello e diretto, ma la ricerca sonora resta vicina ai parametri dell’lp.
Non è un mistero che gli Eveline trovino più consenso all’estero. Secondo voi perché?
Questo proprio non te lo so spiegare. Forse perché le offerte sonore proposte qui in Italia spesso sono poco impegnative, più fresche e digeribili. E’ un trend abbastanza palese. Francamente non ti so dare una risposta precisa. Tuttavia questa predilezione dell’estero nei nostri confronti accadeva più in passato. In Italia stiamo suonando molto e noto con piacere un forte interessamento del pubblico nello show.
Questo dettaglio vi ha in qualche modo penalizzato o ha anche risvolti positivi?
Per me, solo risvolti molto positivi.
Come vi ponete nei confronti della discografia?
Vedo con piacere la nascita di nuove realtà, piccole, ma molto attive. Mi piace pensare ad una rete underground attenta a produrre idee ed a lanciare nuove sonorità, anche perché il mondo major sembra quasi al collasso. Lo sto notando con piacere anche in Italia (sebbene in piccolo).
Torniamo alla musica. Quella degli Eveline quale messaggio vuole lanciare? O meglio cosa vorreste venisse recepito?
Che è tanto bello andare oltre la superficie.
Siete una realtà che vive di attimi, di conseguenza il vostro sound è in continuo movimento. Secondo voi già dal prossimo lavoro si apprezzeranno stravolgimenti di registro? Oppure questo α ω determina una sorta di cristallizzatore del vostro background sonico?
Non ne ho idea al momento, mi piace pensare alla nostra musica come una realtà in movimento, non morta, perciò ti ringrazio per quello che hai detto.
Vista “da dentro” la musica underground italiana in che stato di salute si trova?
A questa domanda credo che tu possa rispondere meglio di me. Trovo che ci siano alcune proposte interessanti, soprattutto nel vero mondo underground con cui noi non abbiamo mai smesso di avere a che fare. Trovo che le proposte vengano spesso sporcate e corrotte dalla domanda e da tutto ciò che attorno alla musica ruota, da questa necessità attuale di tenere tutto come è e di promuovere una offerta che spesso già c’è. Un mondo dipendente che si definisce “indipendente”, forse un po’ triste, ma non depresso.