Gli Everybody Tesla ci tengono a precisarlo in ogni dove, il loro “è un progetto di live looping”. Tanto per intenderci, si tratta di un modo contemporaneo (in tutti i sensi) di creare musica: si basa sulla ripetizione di un sample musicale da suonare all’occorrenza, una sorta di riproduzione di campionamenti in presa diretta. I due “loop makers” in questione, Gran. Farabutt. Loop. Man. (Dario Licciardi) e Mynerdpride (Alessio Atzori), si servono di una strumentazione variegata ed impressionante: il primo va fiero della propria tastiera giocattolo Yamaha PSS50 e si insinua nelle tracce con il suono del Kazoo, mentre il secondo si divide tra Gameboy, tastiera Casio modificata e l’ormai immancabile Ukulele. Come se non bastasse, i due ragazzi cagliaritani fanno parte della “tape label” On2Sides, la quale produce i propri artisti sia in digitale che su nastro (avete capito bene). Partendo dal “Lato A” della musicassetta, la prima traccia, Bee Twin Mountain, accoglie l’ascoltatore a colpi di synth inferti senza alcuna clemenza, tra voci martellanti ed effetti elettronici compositi. Non che Federico ha ragione sia meno caotica, però l’immediatezza del giro armonico con quei “bells” impazziti in sottofondo, si attaccano addosso come la peggior canzoncina pop: da notare il campionamento dell’audio di una televisione italiana dove, descrivendo il Ministro Brunetta, la voce afferma: “lo chiamano il castiga-fannulloni e per molti è l’emblema della meritocrazia e dell’efficientismo/ lui si definisce la Lorella Cuccarini del Governo. È il Ministro più amato dagli italiani. Ma chi è..?”; subito viene da chiedersi su cosa Federico abbia ragione. La canzone si conclude con uno sciame di mostricciali o nanetti corali (ogni riferimento è puramente casuale) che infuocano l’udito, un “pastiche” sonoro degno di Gadda, perché soltanto chi conosce i propri mezzi non rischia l’impatto marmellata scaduta. Il Lato B si apre con Narvali che sembra la parodia strumentale di un qualsivoglia pezzo commerciale dell’idolo di turno, ascoltare (il finale d’impatto) per credere. Sciabarabarappa (la bonus track) è l’esempio di un loro ipotetico live nelle isole Hawaii, tra sole, Ukulele ed i cori di nanetti che imperversano in sottofondo. Sleep Here, invece, è suadente e più definita rispetto agli altri pezzi: psichedelica e sospesa tra i migliori Flaming Lips ed i reggaeggianti Major Lazer. Frugando sul web, scopriamo anche che gli Everybody Tesla hanno partecipato ad una compilation natalizia (con la “tabernacolare” Mamma per Natale voglio la cassetta dei Sangue Misto), nonché l’esistenza di diverse tracce, fra le quali spicca l’emicranizzante Live Looping di Governo: è proprio in questo pezzo che il concetto di figura retorica in musica, viene a galla con quei politici che – in una grande allegoria sonora – (finalmente) non dicono niente di sensato. Mai come in questo caso, il nome di una band risulta pensato ed attribuito con zelo: proprio come Tesla, il fisico che nel 1898 dimostrò il funzionamento del radiocomando (e delle onde radio), anche i due ragazzi sardi hanno fatto tesoro di scoperte musicali precedenti, provando, con questo ottimo debutto, quanto una buona dose di creatività sia sufficiente per produrre qualcosa di autentico ed innovativo. Mamma, voglio la cassetta degli Everybody Tesla!