Gareth Liddiard è il frontman del gruppo Indie Australiano The drones, e come spesso accade arriva il giorno in cui decidi, per necessità o claustrofobia, di levarti la maschera e metterti in gioco da solista. Spesso il risultato è una mappa dettagliata dell’intimità, un confronto vivo con te stesso e quel nodo viscerale chiamato talento. Le coordinate in questo caso le troviamo in Strange Tourist, un titolo che sa di mezza confessione a se stesso, uno strano turista in una dimensione a lui nuova. Un microfono, una chitarra acustica e la sua voce. Stop. Nulla di più se non quei noise bellissimi che appartengono ad una registrazione in presa diretta, lo stridio delle dita trascinate ad arte sul metallo delle corde e il lamento, dolce, del mogano del suo strumento. Il resto è un continuo sbirciare nel suo mondo di note, per otto volte, in un crescendo continuo. Più da vicino questo ottovolante offre Highplains Mailman, che parte con un finger picking che mi ha rimandato, per atmosfere chitarristiche, al suo conterraneo Tommy Emmanuel, sostenuto da un cantato a tratti etereo e inafferrabile. La title track è un apertura a quella che può essere l’attinenza più vicina a Gareth, una sincera stretta di mano a colui che è considerato tutt’oggi come il padre fondatore del folk cantautoriale, Bob Dylan. Un brano che si accosterebbe sostanzialmente al famosissimo Hurricane del 1975. L’apogeo emozionale lo si tocca in You Sure Ain’t Mine Now, a mio avviso il pezzo che offre maggiormente l’interiorità di Liddiard. Una finestra spalancata in pieno inverno, dov’è possibile cogliere una struggente sovrapposizione con l’animo compositivo e vocale di Sting. She’s My Favorite, invece mi ha ricordato le atmosfere londinesi più volte narrate da Glen Hansard, altro “fuoriclasse” del genere, una sorta di cantilena così calda e accomodante che manderesti in loop una giornata intera, magari davanti ad un libro e un buon the. Un album che non passa inosservato, così essenziale ma al tempo completo, al quale davvero non manca nulla. Lo ricorderò per lo schianto che ho avvertito in fondo allo stomaco che, quasi gelosamente, auguro a tutti.