martedì, Dicembre 24, 2024

Giorgio Canali & Rossofuoco – Rojo (La Tempesta, 2011)

Rojo, il colore della rabbia, il colore della rivoluzione, il colore dell’amore. Ruota attorno a questi tre concetti il nuovo lavoro di Giorgio Canali con i suoi Rossofuoco, concetti che lungo le undici tracce del disco si intersecano e si compenetrano, dando voce ad una visione del mondo a trecentosessanta gradi, mai allineata al pensiero comune, sia in tema di sentimenti che, ancor di più, di politica.
Canali si esprime liberamente, come ha sempre fatto, e in virtù di questa libertà riesce a colpire al cuore e alla mente chi lo ascolta: impossibile restare indifferenti quando si viene assaliti dalle sue invettive e dalle tempeste elettriche di chitarre che le accompagnano, così come è impossibile non riconoscersi nelle sensazioni personali evocate nei brani più calmi, figli della svolta autoriale del precedente Nostra Signora Della Dinamite.
Tra questi ultimi la segnalazione è obbligatoria per lo stupendo duetto con Angela Baraldi, La Solita Tempesta, un bluesone elettrico sull’amore che riduce a brandelli, con passaggi che ricordano l’ultimo De Gregori, così come per Controvento, tra ricordi che vanno e vengono accompagnati solo da una radio di regime, e per Orfani Dei Cieli, che chiude il disco nel segno dell’amarezza, della disillusione e della voglia di spaccare tutto.
La stessa voglia di spaccare tutto che contraddistingue i pezzi più politici, che diventano esortazioni a fare qualcosa di forte, rumoroso e politicamente scorretto per farsi sentire ed ottenere qualche reale cambiamento nel nostro paese. Canali non risparmia nessuno in queste canzoni: non si limita infatti ad attaccare i potenti, la Chiesa (in Sai Dove) o la guerra (in Un Crepuscolo Qualunque), cosa fin troppo facile e su cui molti hanno costruito carriere, ma si incazza ancor di più con chi utilizza metodi di lotta da lui giudicati inutili, dalle solite adunate oceaniche da un milione di brioche e cappuccini (citate nella violentissima Carmagnola #3) alle proteste on-line con bavagli ed affini (in Risoluzione Strategica #6). Ciò che invece evoca Giorgio è il tuono del cannone, una rivoluzione o almeno un tentativo reale di stravolgimento dell’ordine oramai accettato e subito anche da chi pensa di opporsi ad esso. Magari partendo dalle piccole cose, dall’abbattimento delle regole che addormentano le città e le menti, per evitare di Morire Di Noia.
Idee che si possono condividere o meno quelle di Canali, ma che sono espresse con un’intensità e una convinzione tali da rendere Rojo un disco quasi necessario in questo periodo storico, dove la voglia di lottare pare essere scomparsa. In questo album invece c’è ancora, è viva e pulsante e dà forza ad ogni brano, regalandoci 45 minuti di emozioni vere e forti. Hasta la Victoria, compagno Lazlo.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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