Non sono solo vino e nebbia in quel di Alessandria. Attivi dal 2003 gli Hattori Hanzo escono ora con Eau de Punk ultimo disco dalle spiccate inclinazioni e sonorità garage rock’n’roll. Rispettando appieno il rimando pulp contenuto nel loro nome i quattro ragazzi piemontesi sono giunti al loro terzo lavoro con molti concerti alle spalle e una massiccia dose di autoironia. Che fossero dissacranti lo si era già capito dall’uscita dell’EP Frutti Brutti e la tendenza si riconferma anche con l’ultimo lavoro. Scapestrati ed energetici, pezzo dopo pezzo sembra possibile cogliere le risate e gli scherzi di sottofondo che con tutta probabilità hanno fatto da cornice alla produzione del disco. Non si prendono sul serio questi ragazzi anzi sdrammatizzano di continuo, si scrollano di dosso affiancamenti poco sentiti e inanellano tracce dai titoli plasticosi (Se io faccio Godzilla tu mi fai il Giappone) e dai testi sagaci. Nei nove pezzi dell’album si possono intravedere le diverse influenze e predilezioni musicali dei componenti; dal rockabilly di Se io faccio Godzilla tu mi fai il Giappone passando per la variante new wave di Plancton e Crudele, il punk splatter di Giulia è nel frigo giungendo infine all’elettronica di Dentro questo nero. Un pastiche di generi che funziona assicurando trenta minuti di glam rock in stile T. Rex e di scuoti-testa da cervicale.
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