A voi Heike Has The Giggles, ovvero Emanuela, Guido e Matteo. Vincitori dell’Italian Wave 2008, sul palco dello Sziget in Ungheria e tra i partecipanti a festival internazionali quali il Canadian Music Week , il All 2Gether di Berlino e opening act ai Gossip. In realtà l’elenco sarebbe più folto, ma i tre di Solarolo, provincia di Ravenna, sembrano non farci caso e mantengono un contegno e riserbo di stampo quasi londinese; non modestia quanto consapevolezza che le strade da percorrere sono ancora molte. Li abbiamo incontrati nei meandri del Vinile 45 a Brescia prima del concerto del 18 giugno.
Dopo Sh!, il vostro album uscito nel 2010 (recensito da questa parte su indie-eye REC) cosa avete in cantiere ora?
Emanuela: Ci sono una serie di tracce che dobbiamo registrare. E’ uscito il singolo, Dear Fear, che anticipa l’album per il quale è previsto inoltre un lato B. I nuovi pezzi hanno una forma più di “canzone”; prima alcuni dei pezzi erano più inquadrati, basati su incastri mentre ora facciamo un po’ più di melodia, direi che è la cosa che caratterizza le nuove tracce.
Spesso siete stati definiti come un gruppo pop rock, vi ritrovate in questa definizione?
Emanuela: Si, direi che alla fine si avvicina.
Matteo: Esatto, è talmente varia che direi che va benissimo.
Avete da poco fatto una versione di Crazy In Love di Beyonce, in effetti non siete nuovi a questo genere di cover dal momento che avevate già fatto All I Want For Christmas Is You nel 2008…
Emanuela: Quella l’abbiamo fatta perché c’è l’ha chiesta un nostro amico, Enzo Baruffaldi, che ha un blog che si chiama Polaroid. Tutti gli anni, a Natale, fa uscire una compilation e chiede ad alcuni artisti di fare un pezzo chitarra e voce, diciamo un pezzo “da cantare sotto la doccia”. Da lì abbiamo deciso di registrarlo e farlo decentemente. Avremmo voluto farlo subito dal vivo, ma poi c’è stata la possibilità di farlo in studio e in effetti è piaciuto a molte persone che addirittura c’è lo chiedono quando suoniamo dal vivo. Quindi abbiamo pensato di inserirlo nella ristampa del primo disco che al momento è esaurito; siamo passati a Foolica come etichetta che ci ristamperà il disco inserendo il pezzo come versione speciale.
Matteo: L’abbiamo inserito e stiamo aspettando le copie nuove del disco.
Avete molti live “stranieri” all’attivo, per esempio cito la partecipazione per il prestigioso Sziget Festival. Cosa cambia quando suonate all’estero, visto che i vostri pezzi sono in inglese e quindi vi trovate di fronte ad un pubblico che tendenzialmente non dovrebbe avere nessun problema di comprensione.
Matteo: Sicuramente c’è molta più emozione soprattutto perché ti rapporti ad un pubblico più o meno sconosciuto; suonando in Italia riesci a farti un’idea del tipo di persone di fronte a cui ti troverai. In generale c’è più emozione, poi dipende molto da luogo a luogo. Noi siamo stati fortunati, abbiamo trovato un pubblico molto ricettivo al di fuori dei confini nazionali. Lo Sziget, in particolare, è stata la primissima data all’estero, siamo andati in treno impiegandoci 20 ore, senza cuccette, coi bagni che dopo due ore perdevano acqua, il viaggio non è stato il massimo.
Guido: Fa bagaglio culturale, molto rock n roll.