sabato, Novembre 2, 2024

Heike has the Giggles, la foto intervista @ Indie-eye

So che i testi sono scritti da Emanuela, questa scelta deriva da qualche cosa in particolare o avete proseguito sulla strada intrapresa all’inizio?

Emanuela: È stato l’evolversi naturale di una situazione pregressa; io è Guido suonavamo già insieme, avevamo fatto delle cover e altri progetti, ma non abbiamo mai pensato a tavolino se cambiare o meno il nostro modo di fare. Alla fine ci siamo “trovati” a suonare in giro perciò si è trattato di una cosa naturale..

Matteo: E ci piace così, s’intende, non solo ci siamo “trovati” in questa situazione, ma indubbiamente ci piace e ci va bene.

Spesso cantare o suonare in inglese è un po’ una richiesta per farsi notare all’estero.

Emanuela: Sicuramente siamo più orientati verso l’estero, se tutti e tre ti dovessimo dire dei gruppi che seguiamo, che ci piacciono davvero, andremmo a pescare fuori, oltre Alpe.

E quale sarebbero?

(risate)

 

Guido: Ascoltiamo dei generi così diversi. Lui ascolta più… non so…funky? È quello con un po’ più di anima… tutti artisti neri… (ridendo)

Matteo: Ottimo, hai fatto due interventi uno sui vecchi e adesso sui neri…

 

Guido: Ascolti molto più black di noi.

Matteo: Per certe cose si…

Guido: Per dirti, lui (indicando Matteo) è quello più funky, io quello più hardcore e lei è quella che ascolta più musica……….

Emanuela: Indefinibile.

(e si ride)

Guido: Non credo riusciremmo ad andare tutti e tre ad uno stesso concerto…

Matteo: Anche a quelli degli Heike solitamente non andiamo tutti quanti… Un concerto che abbiamo visto tutti insieme è  Rage Against The Machine a Modena.

Emanuela: Ascoltiamo generi diversi che poi si rispecchiano nei modi che abbiamo di suonare.

Matteo: In modo “inconscio”, io non mi metto a tavolino e decido di arrangiare un pezzo funky..

Emanuela: Infatti una cosa che mi fa sorridere è che del primo album credo di aver letto un po’ di tutto: dal punk funk al pop rock, dai Paramore ai Gang of Four. Credo che indichi che non se ne può dare una definizione netta.

Matteo: Del singolo si è arrivato a dire che ha delle chiare influenze ska. Mi fa ridere, perché secondo noi non c’è niente di derivazione ska in questo disco.

Emanuela: Per noi non c’è niente che derivi da quel genere neppure per sbaglio eppure è stato detto anche questo, quindi è un genere che spiazza perché unisce tante influenze diverse.

Guido: Forse l’etichetta pop rock, visto che è così generica, è quella che va meglio.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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