Come è nato il video fatto a Berlino? (Realizzato per il primo singolo Robot contenuto in Sh! E girato a Berlino all’interno del Dottor Pong, locale in cui tutti i partecipanti si alternano in sfide di ping pong ndr)
Matteo: È nato da una collaborazione con la K68, una casa di produzione di audiovisivi. Conoscevamo il regista e abbiamo deciso di lavorare con loro, l’idea della trama che muove il video è stata un’idea loro. Noi abbiamo messo la canzone, in qualche modo abbiamo recitato e ci siamo affidati a loro.
La location che avete scelto è molto bella..
Matteo: L’idea era quella di fare qualcosa col ping pong, a noi tutti piace come gioco e quindi abbiamo accettato…
Guido: Io poi, personalmente, vorrei dire che anche se sono il primo che esce, so giocare a ping pong…
Matteo: Si è quello più bravo di tutti…
Guido: Sono il primo che esce perché così era previsto dalla scena, però io sono bravo a giocare, mi hanno fatto il primo eliminato e mi sono adattato.
Emanuela: È stato molto bello perché hanno curato tutto nei dettagli, hanno trovato come comparse dei ragazzi che sono o italiani trasferiti a Berlino o tedeschi.
Guido: Tutta gente alla mano…
Matteo: È stato anche abbastanza faticoso visto che ci siamo chiusi dentro con dei teloni neri per non fare entrare la luce e dalle sette della mattina alle otto di sera per due giorni di fila. È stato alienante, ma un’esperienza ottima.
Siete molto giovani, classe ’87 ’88, ma avete all’attivo dei concerti con artisti di fama internazionale. Come vi sentite?
Emanuela: Io mi sento sempre vecchia, in tutti quello che faccio…
Matteo: Siamo felicissimi di tutto quello che abbiamo fatto, però per noi è sempre stato naturale andare a suonare e certe volte non ci accorgiamo nemmeno dei gruppi con cui abbiamo suonato… non ne abbiamo cognizione.
Emanuela: Per noi è un po’ relativo, e non lo dico per un fatto di modestia, ma dal momento che guardiamo molto all’estero sappiamo bene che ci sono molte band di ragazzi di diciotto anni che ci fanno il culo quadrato. Alla fine, più suoni in giro più ti rendi conto che esistono delle realtà totalmente differenti. Siamo felicissimi, ma sappiamo anche che c’è molto da fare e quindi non ci “montiamo” la testa.