Cambio di rotta più che evidente per Marc Bianchi, colui che si cela dietro il moniker Her Space Holiday. Dopo più di una decina di anni spesi a diffondere il verbo indietronico, condividendo il ruolo di primattore del genere assieme a band come Postal Service o Notwist, il musicista californiano stravolge il suo approccio musicale, proponendo in questo nuovo album 14 brani tra l’indie pop ed il folk acustico, con praticamente nessuna intrusione elettronica. Svolta sorprendente, ma che pare dare buoni frutti.
Marc dimostra infatti un buon songwriting, trovando spunti melodici e testi semplici ma accattivanti in gran parte delle 14 canzoni, evitando di scadere nel banale o nel già sentito.
Ad introdurci nel nuovo mondo di Her Space Holiday è The New Kid Revival, pezzo pop con tutti gli ingredienti al posto giusto: handclapping, cori, una spruzzata di synth, una melodia coinvolgente e un finale in crescendo; risultati che si vedono già dal primo esperimento, quindi. Un soffice carillon annuncia invece The Truth Hurts So This Should Be Painless, che mantiene la promessa del titolo, regalando 4 minuti senza preoccupazioni, tra lo-fi e un banjo che porta verso lidi country, seppur molto addolciti. The Year In Review è probabilmente la miglior canzone del disco, puro richiamo all’allegria, dai 3 accordi di chitarra dell’intro fino alla coda festosa, con nel mezzo passaggi che richiamano il folk freak degli ultimi anni e cori che incitano a cantare la propria gioia. Altri momenti notevoli sono No More Good Ideas, che si muove su orizzonti Beach Boys, Sleepy Tigers, altra cavalcata twee assolutamente irresistibile, The World Will Deem Us Dangerous, caratterizzata da una melodia cristallina fino all’inserto delle uniche chitarre elettriche dell’album. Il brano più tipicamente folk-cantautorale, comunque ben riuscito, è invece My Crooked Crown, con un pizzico dei primi e più intimisti Belle & Sebastian a far capolino. Ad accompagnarci verso il finale dell’album è Two Tin Cans And A Length of String, che parte come una filastrocca (che può ricordare gli Akron/Family più solari) per poi spostarsi su melodie ed accompagnamenti tra gli Shins e il pop scozzese. La chiusura è poi affidata a One For My Soul (Good Night), che presenta melodie ed arrangiamenti leggermente più complessi rispetto al resto del disco.
Certo, altri episodi appaiono meno degni di nota, per esempio The Day In Review, forse troppo dimesso, The Boys And The Girls o The Telescope, con cori eccessivamente enfatici, ma la sensazione generata dall’ascolto di XOXO, Panda And The New Kid Revival rimane decisamente positiva. Un buon primo passo nelle nuova dimensione per Her Space Holiday.
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