Della Tough love records qui su Indie-eye.it abbiamo già parlato diffusamente sciorinando piccole perle come quelle dei Korova e di The sequins; è il turno degli Honeytrap, quattro pezzi di Coventry come The Sequins e come loro devoti ad alcune propaggini sommerse dell’immaginario wave eighties; The Naked Dancing ep è uscito da due giorni e prima ancora di affacciarsi sul mercato per i consueti pre-order, si è guadagnato una serie di passaggi promozionali niente male, tra cui un pertugio nella playlist notturna di Steve Lamacq e un’apparizione fugace su XFM, tutti segnali di un’attenzione per niente superficiale nei confronti della band. Sul profilo myspace di Honeytrap si possono ascoltare due delle cinque tracce incluse nell’ep, Let’s do naked dance è un mix irresistibile di schizofrenia alla Pere Ubu con le solite derive verso il David byrne degli esordi e delle curiose intermission di natura folk/apolide grazie al contributo di Pequeno Dan con il suo “grande violinna”, come si evince dalle note essenziali pubblicate in una serie di stazioni di passaggio; Mussolini’s son, la seconda traccia presente su myspace, spinge l’accelleratore sull’oscurità di alcune ballate vicine ai Gorky’s zygotic mincy meno concettuali e alla tenera crudeltà di Dexy’s Midnight Runners senza il movimento funky.
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