Nato come duo dedito ad interessanti commistioni tra elettronica, rumore e malinconia, Il Garage Ermetico è diventato da qualche anno a questa parte un quartetto, con un conseguente cambio di direzione anche dal punto di vista sonoro, andando ad abbracciare un rock senza fronzoli, dal piglio garage. Questo EP di quattro brani, Pugni nell’aria, è la seconda prova dopo la svolta da parte del gruppo bergamasco, che si dimostra a suo agio nel pennellare agili melodie con un tocco di sporcizia e rumore, nel solco di quell’indie rock che ormai non va più di moda, quello legato nei modi e nei temi al punk. Registrazioni lo-fi quindi per i nostri, tra richiami al noise-punk di Dinosaur Jr. e Hüsker Dü, alle linee melodiche irregolari dei Pavement e all’urgenza punk che contraddistingue un numero sempre crescente di nuovi gruppi o cantautori nel nostro paese, da Le Luci Della Centrale Elettrica in giù. A colpire maggiormente sono i primi due pezzi dell’EP: Tra i resti dei resti è infatti un’ottima cavalcata rumorosa, con chitarre sature e una sezione ritmica in gran spolvero, con in più un testo che mescola poesia e rabbia nelle giuste proporzioni; John Cassavetes è invece una bella dimostrazione di punk semi-acustico, che parte melodica e diventa sempre più carica, cose che riuscivano così bene solo a certi gruppi torinesi, come i Truzzi Broders o in tempi più recenti gli Arsenico. Gli altri due pezzi si fanno notare meno, pur restando di qualità elevata: La classe operaia va al Bolgia (nota discoteca del bergamasco) è una ballata con influssi Pavement un po’ troppo lunga e un po’ troppo post-industriale, ma con più di uno spunto interessante, mentre Signora con cane si muove su ritmi spezzati post-punk e un testo stavolta riuscito al 100%.
Un progetto interessante dunque quello de Il Garage Ermetico, non catalogabile né tra i “cantautori anni zero” né in altre correnti più o meno alla moda, e per questo da seguire.