Il post rock ha forse esaurito la sua spinta propupulsiva dei secondi anni novanta ma continua, instancabile a offrire suggerimenti per non sempre nuove soluzioni. E’ inevitabile che Fallen, il disco de Il Rumore del Fiore di carta, si inserisca in questa scia. Ne segue attentamente le tracce, fa proprie sonorità e ambientazioni del genere. Si ambientazioni, perché questo è un disco squisitamente invernale, e ha il sapore dei dolci natalizi, in bilico tra il gustoso e lo stucchevole. Negli 8 pezzi che formano l’ album (autoprodotto dal progetto molisano peraltro giunto al suo secondo LP) ci sono suggestivi scorci, ma non molta prospettiva, e tutta la ricerca sui suoni e sulle armonie si ferma alla traccia numero due, lasciando le altre campare di rendita, in un valzer di saturazioni e rarefazioni, shoegaze e giri scandinavi. E tutto quanto rischia di collassarsi addosso. L’ idea, forse sbagliata (a causa del clima torrido nel quale mi trovo), che mi sono fatto è che dietro ci sia del buono e del sincero, ma non sempre sfruttato al meglio, non sempre, voglio dire, razionalizzato, e quando si parla di post rock, si sa, parliamo più di matematica che di musica.
Appare che il Full lenght sia ancora troppo da gestire, e anche se chi si diletta con questo genere è profeta della lentezza e dell’ attesa, è in tutto questo andare lenti e in tutto questo attendere che quando arriviamo troviamo poco, o al più ciò che ci si aspetta di trovare.
Parte di Self-Signed è realizzato in collaborazione con “Undertrack – Musica Rock Emergente e Indipendente”, un progetto di Michele Baldini / Francesco Corsini e Fabio de Marco. Qui su Indie-eye si possono leggere recensioni inedite e diverse dal ricco materiale presente sul sito ufficiale Undertrack. Per la pubblicazione delle recensioni su Indie-eye / rubrica Self-signed è possibile inviare demo, autoproduzioni e cd-r all’indirizzo di Indie-eyeINDIE-EYE
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