Cosa ti piace dell’elettronica di oggi?
Guarda, ne ascolto a vagonate. Adoro Panda Bear, Fennesz, Braids, fra gli ascolti recenti. Ma spazio dall’hip hop a certi dischi dance, mi piacciono determinate cose techno e dubstep. Ma in generale adoro i dischi quando sono coraggiosi, non mi piace nessun genere in sé se non la psichedelia, un’attitudine, al di là della musica. Non mi piacciono troppo i cantautori.
Mi incuriosisce, in particolare, come (mal)tratti lo strumento voce? È dettato dall’esigenza dall’urlare comunque in faccia al pubblico determinati concetti oppure è una scelta strettamente musicale?
È il mio modo di cantare, ci sono delle parti in cui canto alto e forte, anche se non grido mai. Ho un’estensione che mi permette di andare parecchio in alto, è la mia gola che è fatta così e mi riesce naturale. Prima ero imbarazzato, bisbigliavo e bofonchiavo e non riuscivo ad esprimermi con questo strumento. Ora bisogna abbassare parecchio il livello della voce perché esce tanto!
Ora ti faccio alcuni nomi, vorrei tre parole su ciascuno di essi: Captain Beefheart.
Forse il più grande.
Panda Bear.
È uno che sa quello che sta facendo.
Giorgio Gaber.
Uh! Insieme a Panda Bear è la scoperta di tre anni fa, le due cose che hanno avviato Iosonouncane. Ascoltavo Polli d’allevamento e Sung Tongs degli Animal Collective.
Radiohead.
Sono un ex fanatico, fondamentali fino a cinque anni fa, ora no.
Verdena.
Sbornia totale per loro a sedici anni, il gruppo che mi ha spinto a scrivere. Wow è un bel disco, forse un po’ lungo, che però si distingue per una caratteristica, che in Italia si ritrova sempre meno: il lavoro sul suono.
Dino Fumaretto.
Potenziale enorme, è una persona estremamente intelligente, è uno che vuole suonare e provare sempre cose nuove, se ne infischia di tutto. Poi ci vogliamo un bene dell’anima.
Gioacchino Turù e Vanessa V.
Lui è quell’altro che, insieme a Fumaretto, apprezzo fra i cantautori.
Alessandro Matri.
Lo conosco solo di nome, il mio rapporto con il calcio è decisamente più romantico.
Allora, Gianfranco Zola.
Gianfranco Zola spacca!
Ora spara a zero su qualcuno e io ti incalzo.
Allora spariamo su Iosonouncane. Il primo disco di Iosonouncane è stato accolto fin troppo generosamente, c’è tanto da lavorare sui suoni e da migliorare ed è forse troppo concentrato sui testi e sulla voce. In sintesi, è un disco di un cantautore con dei suoni buffi.
Vuoi ancora giocare a pallone?
Ma magari! Ma già il fisico non mi regge più, con questo tabagismo…
P.S.: per la cronaca, concerto intensissimo. Se questo è il risultato, tutti comincino a fumare.