Ad un anno dall’uscita di Lucertole, Greg Dalla Voce, Alessio Lonati e Nicolò Brattoli, meglio detti Le Case del Futuro, ripropongono con mite discrezione Neve, Ep di quattro tracce in uscita per la Foolica Records. Nonostante le preferenze della band fossero già chiaramente espresse in Lucertole, Neve si rivela una cartina tornasole utile per attraversare le inclinazioni della giovanissima formazione bresciana e seguirla lungo il loro percorso che si è rivelato, ad oggi, ricco di conferme positive. Che siano gli anni ’90 siano il riferimento che occhieggia nelle trame dell’album, è abbastanza evidente, e il succinto quarto d’ora dei pezzi non esita a metterlo in rilievo. Fin da un primo sguardo alla tracklist salta all’occhio il nome di Tungsteno, pezzo (superlativo) degli Scisma, declinato in versione low-fi segmentata da incursioni elettroniche che patinano la resa. Il disco si apre con i due brani inediti nell’album che fluttuano fra richiami al cantato aperto e scandito dei primi Bluvertigo (Come volevi vivere) e guardano all’epilessia post Joy Division dei Diaframma (Neve). Sigilla la chiusura il remix de L’Ultima, già pezzo contenuto in Lucertole, curato per l’occasione da Silent Panda aka Luca Giovanardi dei Julie’s Haircut. Neve brilla di un generale ripiegamento intimista che gioca sull’intermittenza sonora e sulle sovrapposizioni strumentali come canale di espressione. Un mash-up che punta all’ambiguità, divertendosi, e con un certo stile, a celare quale sia l’effettiva direzione che l’album prenderà; se un noise rock, shoegaze o un dream pop psichedelico. Registrato e prodotto in modo sopraffino, resta da chiedersi quanto rimanga di tante precisione nella nuda esecuzione live. Nell’attesa che un disgelo lo riveli, un ascolto è dovuto.