I livornesi Lip Colour Revolution giungono al debutto grazie a Suoni Sommersi, interessante progetto musicale a 360° della loro città, già produttore degli esordi di Egon e Betularia, oltre che organizzatore di eventi e festival.
Il suono proposto si pone al di fuori degli ultimi trend registrati nella musica indipendente, in quanto le sue radici vanno ad attingere alle fonti del grunge e, in minor misura, dello stoner e dell’hardcore, generi riproposti nel disco con la giusta energia e attitudine a dare un risultato sicuramente degno d’attenzione.
Già il primo brano, dal chilometrico titolo “Smoking May Reduce The Blood Flow And Causes Impotence”, fa capire all’ascoltatore a cosa si va incontro: un riffone carico ed acido annuncia una cavalcata sulle orme del suono di Seattle, vicino in particolar modo ai Soundgarden, e di quello desertico targato Queens Of The Stone Age. Altrove vengono in mente i Pearl Jam, specialmente nelle aperture melodiche e nella capacità di creare drammaticità, come accade in “Zebra 3” o, con ancor più forza ed espressività, nella successiva “The Shape Of Silence”, che ritorna su se stessa in continue ed avvincenti spirali. Nei tre minuti di “Germs” emerge invece una furia deragliante verso l’hardcore, stemperata nelle successive “She Likes To Groove” e “Vertigo”. “Force Of Nature” guarda invece ancor più indietro, con arpeggi e voce molto 70’s, a richiamare gli Zeppelin più esoterici, anche se cogliendo nel segno solo in parte. La vera perla del cd è però il brano senza titolo posto in chiusura: 13 minuti in cui affiora un’anima psichedelica, sia nella lunga introduzione in cui dal nulla emergono cigolii ed un inquietante fischiettare, sia nelle successive sfuriate in cui vanno a mescolarsi, in un trip con derive di scuola Motorpsycho, tutti gli elementi emersi negli undici episodi precedenti.