Giovane, bella e, mettiamolo subito in chiaro, anche brava, Lissy Trullie si candida ad essere una delle maggiori rivelazioni del 2009 in ambito indie rock. Un passato da studentessa d’arte, lavapiatti e modella (anche per Vogue), Lissy arriva al debutto discografico con questo Ep di 6 tracce per Wichita, con già in cantiere un disco vero e proprio per l’autunno.
La musica che ci propone può essere vista come la controparte femminile di ciò che hanno fatto gli Strokes nei loro album. Anche in questo caso si può parlare di un’attualizzazione del suono newyorkese degli anni ’70, in particolare dei Television e della dea inarrivabile Blondie, con rimandi, a livello vocale ma non solo, a Chrissie Hynde e ai primi Pretenders.
Le potenzialità di Lissy emergono in particolare in tre brani: il primo è “Boy Boy”, in cui l’impianto sonoro tipicamente strokesiano lascia spazio a un chorus pop al 100%, che resta nelle orecchie già al primo ascolto. Il secondo è “Self-Taught Learner”, dal suono più ruvido, ma con un altro ritornello da antologia, in cui si ripete quasi all’infinito Oh I Want To Die With You, riuscendo a non annoiare e, anzi, a coinvolgere e travolgere chi ascolta, portandolo a parteggiare per la povera Lissy. Il terzo la cover di “Ready For The Floor” degli Hot Chip, resa con un tocco della Urban Bohemia che contraddistingueva i Dandy Warhols; un modo furbo e divertente per chiudere l’Ep.
I 3 brani restanti sono meno a fuoco: “She Said” ricalca le idee di “Boy Boy”, “Money” viaggia dalle parti della prima Blondie senza osare, mentre “Forget About It” risente dello scontro tra l’anima twee-pop del ritornello e i passaggi più ruvidi delle strofe.
Come si dice in questi casi: il potenziale c’è e si vede, deve essere espresso appieno. E probabilmente sarà così.