venerdì, Novembre 22, 2024

Luminal – Io non credo (Black Fading/ Action Directe, 2011)

I Luminal sono un gruppo di Roma, composto da due voci apparentemente lontane, sia per il genere (un uomo e una donna), sia per le qualità (il primo ha un timbro graffiato, la seconda più lineare). Carlo Martinelli e Alessandra Perna sono però uniti da un mondo (in) comune, un mondo che – a detta loro – è frammentato, in piena rivoluzione, eppure sempre pronto a confrontarsi con l’amore e i veri ideali. Io non credo, la loro seconda prova su disco, è complessivamente godibile, sia nei testi che nelle musiche. Si tratta di un lavoro estremamente personale, che si apre con l’inclemenza, nei modi e nelle parole, dell’ottima Signore e signori dell’accusa, che fa di quell’attuale “la mia rivoluzione è più irreale di me” un punto di forza per originalità e distinzione dalla massa, spesse volte troppo attenta alle sommosse virtuali piuttosto che alla mobilitazione vera e propria. Dalla forza a stento contenibile della prima traccia si passa alla title-track, altra conferma dal punto di vista dei testi, ma incerta musicalmente. Si migliora subito col terzo episodio, Si può vivere, che travolge ed ammalia con quel piano ripetuto ad intervalli regolari e che apre alla traccia successiva con il giusto ricambio di ritmo e umore. Il giorno sulla collina (voce di Alessandra Perna) potrebbe – per alcuni – aver beneficiato dei tanti ascolti del dolceamaro Jeff Buckley, in realtà la traccia ha un senso al di fuori di qualsiasi comparazione: l’esplosione finale, privata di qualsiasi apporto vocale, è funzionale rispetto al testo non proprio positivo. La calma dopo la tempesta arriva con Niente di speciale, episodio caratterizzato da un notevole intro strumentale, poi rotto dalla voce di Carlo Martinelli, capace di ferire non tanto con le parole, quanto con i graffi vocali attraverso i quali conferisce spessore alle frasi più comuni. Allen gegen alle racchiude una vera perla di saggezza: “muore il suo ruolo, mai l’uomo”, quasi a voler ribadire la mancata supremazia dell’individuo rispetto alla massa, quella fiumana di esseri perfettamente uguali e disposti rigorosamente in maniera innaturalmente simmetrica. Tutti gridano è finita, la penultima traccia, chiude il disco lasciando l’ascoltatore senza risposte, “lei sa già cosa non fare, sa che non le costa poco”, raccogliendo ancora quell’invito alla negazione che i Luminal ribadiscono con l’emblematico titolo dell’album. I Luminal, più che sedanti, come l’omonimo farmaco, sono a questo punto illuminanti e per questo da vedere assolutamente dal vivo: prossima tappa mercoledì 1 giugno, alla Fonoteca di Napoli.

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Sebastiano Piras
Sebastiano Piras
Sebastiano nasce in Germania e sin da piccolo mostra uno sfrenato interesse nei confronti della musica, dal pop soul dei Commodores alla singolarità del Duca Bianco.

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