Procede lentissimamente la carriera solista di Malka Spigel: Every Day Is Like The First Day è, infatti, soltanto il quarto lavoro a proprio nome per l’ex cantante dei Minimal Compact in vent’anni (dopo Rosh Balata, il mini Hide e My Pet Fish), pur avendo continuato a lavorare a progetti d’ogni tipo e aver stretto una relazione anche professionale col marito Colin Newman (Wire), concretizzatasi ad esempio nei Githead con Robin Rimbaud (meglio noto come Scanner).
Dei lontani trascorsi new wave, rimane solo una traccia, essendo la musica dell’artista israeliana, oggi, caratterizzata da una scrittura pienamente indie-rock, sebbene più duttile, elegante e ricercata. In questo senso, l’attacco clamoroso di Dream Time (“Tic, toc, watching the clock/the days are passing by”) è classico indie anni 90, pur se attorno è una dimensione sospesa, sonnolenta, ambientale, sorretta da piccole tastiere.
Fin da subito è chiaro il livello mediamente alto del disco, con Ammonite e la titletrack che aprono le danze con un kraut folk, essenzialmente acustico, lieve ma incisivo; la prima dal vago sentore mediorientale, la seconda che unisce i Popol Vuh ai primissimi Smashing Pumpkins. Altrove il suono, pur rimanendo sempre molto contenuto, si fa più elettrico. E’ il caso di See it Sideways, Chasing Shadows, The Dimensions in a Single Frame (il brano più duro della raccolta) che si muovono ancora su territori metà 90 non distanti da certi Sonic Youth dei tempi belli.
Lost in Sound e la conclusiva, strumentale, After the Rain, assieme alla succitata Dream Time, sono invece numeri evanescenti ed evocativi, dove la voce della signora Newman, così lieve e distaccata, si stende su soffici tappeti fatti di poche note cicliche e dove l’elettronica si fa di poco più udibile.
La produzione esperta, affidata al consorte, fa il resto, donando al lavoro un suono perfetto (pulito ma non stucchevole; compresso ma arioso, dalle timbriche chiare e brillanti), dagli arrangiamenti minimali e raffinati.
Alla resa finale partecipa uno stuolo di ospiti d’eccezione, tra i quali spiccano: Alexander Balanescu, Johnny Marr, Teho Teardo e Ronald Lippok. L’influenza della penna, o forse meglio dire dell’approccio, di quest’ultimo è subito udibile in No More Running, che suona molto Dakota Days (il progetto di Lippok con l’italiano Al Fabris), ma in realtà, pur se non subito rintracciabile, aleggia sull’intero album. Un album bellissimo, compatto, forse pure troppo coerente con se stesso.
Come si dice in questi casi, un graditissimo ritorno.
[box title=”Malka Spigel – Every Day Is Like The First Day (Swim, 2012)” color=”#5C0820″]
Tracklist
Ammonite | Every Day Is Like The First Day | Lost in Sound | See It Sideways | European Weather | Dream Time | Finding You | No More Running | Chasing Shadows | Back In The Old City | Two Dimensions In A Single Frame | After The Rain [/box]