Una perfetta simmetria sta alla base della suddivisione artistica dei membri dei Milk White; da un lato Erika Giuili (voce, chitarra) e Stefania Imperatori (chitarra solista), dall’altro Massimiliano Amoroso (basso) e Gianni Galadini (batteria). Attivi dal 2009 i Milk White possono vantare un’ampia gamma di contest, partecipazioni live (tra le più recenti quella al Neapolis Festival 2010) e numerosi riconoscimenti tra cui la presenza come una delle band finaliste al Think Tank International Awards & Festival. Dopo l’Ep Prague del 2009, si presentano con il loro primo full-length dal nome Cigarette Crimes che più che un titolo è una vera e dichiarazione di poetica. Fin dalle prime tracce si ha l’impressione di vedere materializzarsi skyline fuligginosi e opachi forse annebbiati dal fumo della sigaretta del celebre artwork di Goo dei Sonic Youth, band a cui i Milk White hanno sicuramente attinto senza riserve. È il caso della prima traccia Intro- fake tan dove dopo un minuto di frequenze sconnesse, scordate e distoniche, emerge il vero e proprio tessuto sonoro della traccia fatto di riff distorti, basso costante e batteria martellante. Canzoni delle tinte ’90s come nel caso di Cigarette Crime e Lines & Curves, si alternano a sferzate garage che richiamano ai primi lavori delle Hole (Insomnia, Paper Rose) suggellando il tutto con Fabolous dove si sentono i richiami di Dancing Barefoot di Patti Smith. Dodici pezzi di carta vetro in cui si attesta una profonda fedeltà e passione per una ben connotata nicchia musicale. È forse questa dedizione a far sì che in certi passaggi l’album rimanga incastrato in una tendenza piuttosto didascalica e citazionista. Nonostante questo non comprometta l’esprit della band, tuttavia tende a distrarre, alimentando quella sorta di sfida del “suona come se” piuttosto che l’ascolto scevro. Cigarette Crimes è da apprezzare per la carnalità dei suoni e la struttura dei testi il cui significato è trasportato da parole rarefatte, scelte con cura ed essenziali. L’empatia che lega i quattro membri traspare traccia dopo traccia e lascia ben sperare per un proseguimento della produzione dei Milk White effettivamente emancipato dai canoni di guida e di riferimento.
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