Gianluca Lo Presti non è un novellino. Cantautore e produttore indipendente in attività da oltre un decennio, ha vinto il Premio Recanati per la canzone d’autore nel 1998, ha collaborato con Blaine Reninger dei Tuxedomoon sull’album Sun and Rain del 2001, da anni è titolare del Lotus Studio e – in collaborazione con Lorenzo Montanà – dell’etichetta indipendente Disco Dada (responsabile del lancio di Simona Gretchen). Insomma, Lo Presti è un personaggio che la sua nicchia se l’è costruita nel tempo, con sudore e pazienza, ma soprattutto in totale autonomia. E infatti il progetto Nevica su Quattropuntozero è un gruppo solo per modo di dire, dal momento che il cantautore di Ravenna suona tutti gli strumenti, canta, produce e da alle stampe questo Lineare contando solo sulle proprie forze. L’impasto sonoro è brumoso e freddo come l’immagine di copertina lascia intendere, ci muoviamo tra wave primi anni ’80, shoegaze e indietronica. Drum machine, un basso distorto e soverchiante, le onnipresenti tastiere vanno a comporre 10 acquerelli caratterizzati da un’unità stilistica impressionante (unico tratto che, alla lunga, rischia di stancare un po’). Nonostante la vena “indie”, tuttavia, i brani sono anzitutto sforzi compositivi in direzione cantautoriale. I riferimenti spaziano dai Bluvertigo a Max Gazzè, passando per i Massimo Volume. I testi, interessanti e meditati, affrontano perlopiù l’irrimediabile solitudine della condizione umana (l’operaio che si scopre gay in Mario non ha Paura, le riflessioni del figlio rimasto orfano in Rapporti Umani Interrotti) e procedono secondo moduli narrativi e citazionismi che ricordano da vicino gli OfflagaDiscopax, nonostante Lo Presti non dimostri la vena ironica del gruppo di Collini. La cura del Demone, unico brano che si discosta dalla vena complessiva dell’album avvicinandosi piuttosto a certo trip-hop, vede la collaborazione alla voce di Tying Tiffany, qui alla sua seconda prova in italiano dopo Pazza. Peccato solo che venga pubblicato in giugno, un disco del genere si sarebbe meritato di uscire in pieno inverno.