domenica, Novembre 24, 2024

Nicodemo – in due corpi – (La Fabbrica – Rai Trade – 2010)

Non lascia indifferenti la grafica di Gaetano Maiorano per il secondo lavoro di Nicodemo, pubblicato da La Fabbrica con distribuzione Rai Trade a tre anni di distanza dalla prima uscita ufficiale di Nicola Pellegrino, intitolata “il treno per Bologna”. L’intero packaging del cd è posseduto da una certa supremazia dello sguardo, la postura tra il classico e l’esistenzialista di Audrey Hepburn viene modificata con l’innesto di due occhi in una cornice cromatica che non ricorda tanto un cut-up di derivazione pop, ma l’ironia surrealista e soprattutto i mostri dell’inconscio dipinti da Odilon Redon, un riferimento che ci sembra tutt’altro che peregrino per un lavoro che in fondo parla di sdoppiamenti, sta a metà tra forma impressionistica della canzone e slancio onirico e che con un titolo come “in due corpi” suggerisce una prospettiva aliena, contro “una sola visione delle cose”. Impreziosito dalla presenza di ospiti illustri, Nicodemo si presenta con una formazione allargata che include Nicola Pellegrino alla voce, basso, piano e synth, Gaetano Maiorano alle chitarre, Giampiero Virtuoso alla batteria, l’eclettica e bravissima Vanessa Cremaschi al violino (compositrice, autrice, e anche regista di format televisivi e lavori di documentazione per Rai DOC), Andrea Ruggiero come secondo violino, Daniela Lunelli al violoncello, Sergio Caggiano alla viola, Emanuele Esposito come batterista guest e Alessandro de Marino al clarinetto. Un range da camera che esalta le qualità orchestrali di “in due corpi” e che permette di osservare da un’altra dimensione il songwriting pregno d’amore per la canzone Italiana degli ’80 che attraversa un po’ tutto il lavoro di Nicodemo. Persino l’ideale guida spirituale di Franco Battiato, che nel primo lavoro del cantautore Campano era una presenza meno mediata, qui è un’ombra oscura utile per rileggere una storia sommersa in grado di scoperchiare una serie infinita di suggestioni, da Alberto Radius al primo Camisasca passando per l’isolazionismo urticante di Faust’o; niente male, in un periodo in cui l’unica cosa che sembra offrire il cantautorato italiano è una fastidiosa ricombinazione di stimoli politico-filosofici imparati a distanza generazionale su Wikipedia e applicati su modelli musicali sempre uguali a se stessi; all’interno dei “corpi” di Nicodemo il processo è inverso, è questa combinazione di una realtà musicale colta e fortemente espressionista che scatena impressioni sulla realtà. I primi due colpi in canna del sound Nicodemo esplodono con Le Pareti (con i sax e i colori di Andy dei Bluvertigo) e Alice dorme,  si avverte subito questa frizione positiva tra un sound più vicino e una modalità del comporre fatta di riavvitamenti, false partenze, un contrasto esaltante tra pop e sperimentazione senza cedere ne a l’uno ne all’altra, basti ascoltare il salto ritmico che è presente in una sola frase: “Dormirò per ore senza svegliarmi, desidero stare calmo!” oppure la struttura mutante di un brano come Opto per la radio, in bilico tra psichedelia, derive minimaliste, racconto surreale. Se Telenovele resta forse l’episodio più divertente e ironico, legato in modo inequivocabile alle strategie compositive di Battiato/Pio una traccia straordinaria come La reciprocità, duetto tra il basso ventre vocale di Pellegrino e una ritrovata Raffaella Destefano (Madreblu) dimostra come Nicodemo sia capace di sublimare queste intuizioni in una cornice pop assolutamente originale e visionaria, ed è la cesura che a un certo punto si avverte nell’album, a partire da una traccia come Strano, dove si innestano le forme di un Jazz astrale e alcune derive alla Deodato tenute perfettamente a bada. In un contesto come questo, ci stanno benissimo anche gli omaggi più vicini al modello come Bella ed elegante che coinvolge le voci di Giorgio Consoli, David Merighi e la parte femminile del progetto 2pigeons in un omaggio commovente al lirismo di Giuni Russo, del resto un brano come Autunno, sostenuto dalla voce cristallina e adulta di Sarah delle Diva Scarlet e da un incedere che sembra apparentemente prossimo al suono del rock indipendente Italiano degli ultimi anni, sdipana un free talking sottopelle cosi straniante da confermare come la scrittura di Nicodemo si trovi bene a cavallo tra due mondi, o in due corpi.

Nicodemo in rete

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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