Un album diviso a metà. Così si presenta l’ultima fatica di Nino Bruno, cantante e autore napoletano attivo da quasi vent’anni, che produce i suoi lavori seguendo le restrittive regole del “Dogma 8”, ovvero registrare su 8 tracce, utilizzando esclusivamente effettistica analogica ed elettromeccanica (echi a nastro, riverberi a molla).
Da un lato troviamo Every single moment in my life is a weary wait, canzone scritta appositamente per la colonna sonora di This must be the place di Paolo Sorrentino, Ghost e Senza Battito, anch’esse composte per essere inserite nella soundtrack del film del regista campano, che si ispirano agli anni ’80 e ad un Rock malinconico e provinciale a metà fra Joy Division e Police.
Il resto dell’album invece si sviluppa secondo le corde della musica Beat, per stessa ammissione dell’autore il genere da cui maggiormente trae ispirazione. Le atmosfere sono più rilassate e scanzonate, così come ci immaginiamo i sixties, e ogni pezzo ci racconta una storia curiosa e particolare: donne che sembrano marinai, vecchi dandy che fanno impazzire le ragazze, mogli di uomini potenti e bizzarri imprenditori.
Fra echi di Rokes, Dik Dik e I Giganti, allegri assoli di chitarra e la caratteristica “erre” del cantautore napoletano siamo accompagnati fino al termine del disco. 13 tracce che ci regalano delicate sensazioni e lievi sentimenti, dolci come un’innocenza che non tornerà più.