Senza intravedere la benchè minima flessione che possa lasciar intendere un passaggio di testimone, il prodigo isolone fornisce ancora alla rediviva tradizione cantautorale del belpaese, l’ennesimo omaggio folk. E sebbene mi si perdoneranno, sin da subito, gli eccessi, non credo vi sia tuttavia spazio per alcun melenso campanile dietro un lavoro di siffatta forma. Perché sono altresì convinto che basti davvero poco. Anche forse un ascolto distratto. Dieci secondi. Quindici al massimo. Nessun dubbio: Andrea Corno, in arte Oratio, è autore valente e probo musicista. E se il capitolo precedente (Ora ti ho, sempre per la siciliana Malintenti) sembrava dribblasse in maniera furbetta la questione personalità, ipotizzandone, del resto, una convinta affinità alla folta schiera di neo-urlatori (Dario Brunori e Pan del Diavolo in testa), Discorrendo senza ratio lascia piuttosto immaginare un piglio ed una determinazione da disilluso mestierante, ormai conscio di avere la chiave giusta per la toppa delle emozioni, giocando con esse come la posta al poker, con una serie di bluff, rilanci e gesti rituali. Perché non di poco conto è il suo messaggio. Intrepido, nella semplicità di chi la vita la sa raccontare, far capire, illustrare con la propria, efficacissima, miscela di ironia, cinismo e disincanto. Come l’istantanea sixties in cui hotpants e minigonne paiono ancora svolazzare ai coretti surf di Credi in me e Mille idee o come la porta lasciata sempre aperta al Rino Gaetano dissacratore, tra esotismi accorti e delizie folk (Pirati e Sparirò) mentre Il musicista inglese credo venga giù da Liverpool. Un continuo rimpiattino nostalgico che divaga tra l’americana di Crosby, Stills, Nash & Young (Non c’è pericolo), il pop luccicante dè Il laccio, l’imprinting divinatorio di Basile (Sonno stregone). E poi ancora, il sarcasmo iconico di CT-PA (che godrà dell’insigne merito di essere il primo canoro presente alle autostrade siciliane), l’indolenza wave Stone Roses delle splendide Scegli il vizio ed Etnagigante ed, infine, la farcitura psichedelica di Un posto sconosciuto.
E credo dunque non serva a nulla violentare il tasto rewind per riassaporare i momenti più significativi di questo disco perché essi stanno tutti lì in fila, come le vecchiette per l’ostia consacrata, con l’abito più bello della domenica. Ah, che prezioso contributo alla mia terra, alla mia gente, alla musica tutta!
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Tracklist:
Credi in me | Sparirò | Scegli il vizio | Il laccio | Pirati |Mille idee | Non c’è pericolo | Il musicista inglese | Sonno stregone | Etnagigante | Ct-Pa | Un posto sconosciuto [/box]