Rigoroso e tagliente, il live-set del nuovo Paolo Benvegnù trasmette un’epilessia contagiosa; il malessere angolare de Le Labbra muta in versione essenziale, tutta giocata sulle fratture e la furia che passa dal corpo di Paolo abbrancato alla sua chitarra e il drumming visionario di Andrea Franchi. La playlist segue una narrazione filologica, come in qualsiasi tour in avvio dove si cerca di aderire il più possibile alle atmosfere di un nuovo lavoro. L’aderenza in questo caso è legata solamente all’illusione sequenziale, la sensazione di avere a che fare con un autore radicale è ancora più netta e la forma ricca di intuizioni e allo stesso tempo scabra delineata dai nuovi brani, assume sul palco una libertà che ancora una volta convince e cattura. Davvero un vortice energico e oscuro che risucchia il vecchio repertorio in una revisione impietosa; esempio per molti songwriter schiavi della retorica del ricordo come forma lontana e nostalgica. Se c’è una suggestione davvero estranea al percorso di ricerca dei Paolo Benvegnù de Le Labbra questa è proprio l’autocelebrazione; dalle versioni blasfeme del repertorio Scisma ridotto ad un gioco ludico e distaccato, fino al Mare Verticale eroso delle sue caratteristiche romantiche, l’approccio carnale delle liriche si scaglia contro ogni postura virtuale; corpo ironico e istrionico, quello di Benvegnù, si mette in gioco e non si attarda al ringraziamento di circostanza, è un vero conduttore elettrico, instancabile, selvaggio, crudele come le immagini imperfette dei suoi racconti, appare al limite con il collasso, la tachicardia, la corsa animale sul posto; davvero un’esperienza fisica e narrativa. Il risultato timbrico punta dritto allo scheletro della composizione, Guglielmo Ridolfo Gagliano è l’altro polo di gravitazione insieme a Franchi, come se in quell’intercapedine si giocasse l’energia di arrangiamenti complessi e minimali allo stesso tempo, e si costruisse un solco entro il quale Benvegnù è in grado di esprimere uno dei momenti più potenti della sua carriera. Assolutamente da non perdere.