Sulla scia mirabilmente multiforme e complessa di milioni di giovani bands non è difficile tracciare le coordinate di questo “We’ve tried nothing and we’re all out of ideas” degli inglesi Pharaohs. Pop di fondo ed una tendenza relativamente asettica a mischiare qualcosa a metà tra le palpabili influenze psychobilly dei The Meteors, quelle old-school di Klingonz e le sfumature punk british di Guana Batz e Bloc Party. Aggiungasi poi l’attuale stramaledetta propensione emo-elodic che scorgo ovunque, un po’ come l’aglio ed il prezzemolo, oltre la dimensione radio-friendly di talune produzioni (o iper-produzioni sarebbe forse meglio dire), ecco che anche io credo di essere a corto di idee, convinto di certo che la speciosità di questo disco sia frutto di un’attenta e meticolosa strategia che m’intriga di sicuro ma senza il coinvolgimento adatto. Men che meno su brani come l’apripista “Tv” in cui l’impeto m’incoraggia in evoluzioni aeree ma nulla mi spinge a saltare. La successiva “Squashed Against My Wall” ha lo stesso appeal, così come il resto delle sette tracce che contiene questa mezzoretta scarsa che sa di nuovo solo nel packaging. Mi ritrovo così a ticchettare sui braccioli mentre ascolto “If Columbus had a sat nav…America would’nt exist” ma penso seriamente che se l’America non fosse davvero esistita, indipendentemente dal campanile dei nostri, probabilmente parecchia roba non suonerebbe alla stessa maniera, compresa la loro. Una sensazione strana pertanto. Come se mi trovassi di fronte ad una pozza di acqua fresca, limpida, cristallina, con le mani giunte a simulare un catino mentre ne raccolgo un po’ e l’intenzione di intingervi le labbra. Dissetarmi è l’unico mio desiderio e vorrei berne quanta più possibile ma non riesco prima che la stessa non si riversi nuovamente nella pozza colandomi dalle mani ed andando a rimescolarsi insieme a tutto il resto. Acqua fresca?