Matthew Houck in arte Phosphorescent è stato una delle più belle sorprese “folk” del 2007, quando la ottima Dead Oceans ha dato alle stampe “Pride”, il suo terzo album nonché quello che lo ha rivelato al grande pubblico, album di cui avevamo parlato dettagliatamente da questa parte, qui su Indie-eye. Quantomeno singolare è la scelta di affidare oggi il nuovo disco, quello della riconferma, al progetto di un album tributo a Willie Nelson con undici canzoni tratte dal suo repertorio e una scelta che pare abbia prediletto i brani meno noti dell’anziano cantautore texano. Willie Nelson, nel 1975, aveva a sua volta pubblicato un album tributo a William Orville ‘Lefty’ Frizzell dal titolo “To Lefty From Willie”, oggi Phosphorescent ripercorre il sentiero campionandone il titolo e prendendone addirittura in prestito la grafica di copertina. Il risultato è spiazzante dal momento che da una parte ci restituisce un cantautore, Matthew Houck, dalla classe cristallina e dalla voce fuori dal comune, dall’altra però ci consegna un suono inevitabilmente più legato alla tradizione rispetto al disco precedente. È vero che country, gospel, bluegrass e folk hanno sempre fatto parte del background e dell’estetica di Phosphorescent, tuttavia mentre in “Pride” questi suoni venivano filtrati dalla sua sensibilità e dalla sua scrittura personalissima, in “To Willie” vengono lasciati ora in primo piano e sembrano prendere il sopravvento sulla sua personalità. L’atmosfera generale ha abbandonato la profonda oscurità della notte a favore di una più quieta serenità pomeridiana.
Fatta questa doverosa precisazione, “To Willie” resta un disco bellissimo e sarebbe un errore grave derubricarlo alla voce ‘album di transizione’. Si capisce alla prima canzone (“Reasons To Quit” ) e se ne ha la conferma con il gospel da brividi di “Can I Sleep In Your Arms” e con la conclusiva “The Party’s Over”. Non solo un album di cover.