giovedì, Novembre 14, 2024

Planet Brain – Forecast Ep (Function/Goodfellas, 2011)

I Planet Brain sono una band italiana, originaria del Cadore, formata da Marcello Batelli alla chitarra ( da qualche mese membro anche dei Non voglio che Clara), Nicola Zangrando al basso e Claudio Larese Casanova alla batteria. Il loro secondo lavoro, prodotto dall’etichetta inglese Function Records, si avvale della preziosa collaborazione negli arrangiamenti di Fabio de Min (Non voglio che Clara) e Giulio Ragno Favero (Teatro degli Orrori e One Dimensional Man).
La stampa anglosassone li definisce melodic-modern-day shoegazers, ma in realtà poco importa che si tratti di alternative prog rock o semplicemente di indie rock, l’importante è il risultato. E Forecast EP è davvero un ottimo prodotto. Il primo album, compromises & Carnivals, era un disco viscerale, in cui si condensavano fragilità e rabbia, ma aveva al suo interno troppi alti e bassi. Una difficoltà superata, poiché Forecast EP è un lavoro compatto e omogeneo, senza per questo perdere in emozionalità. La chitarra è protagonista, detta linee melodiche tirate e potenti non tralasciando nessun piccolo particolare. Il suono risulta pulito e definito, maniacale nei dettagli quanto esplosivo nel complesso.
La sezione ritmica colpisce per l’originalità delle trame costruite, molto accattivanti e fantasiose. La somma fra chitarra, basso e batteria produce temi musicali che sorprendono pur mantenendo un unico filo conduttore. Difficilmente ascolterete l’album e vi lascerà indifferenti. La prima traccia ricorda molto nell’intro i God is an Astronaut e in generale le sonorità post rock dell’ultimo decennio. La voce entra nel brano dopo un paio di minuti accompagnata da una bocca di suono potente e coinvolgente, che si attorciglia attorno alle parole “I’m Connectd, I’m connected”. In Yesterday e Believe/novembre/slowly emerge la parte emozionale, scandita da riff di chitarra aggressivi e cambi di ritmo che la batteria e il basso sottolineano con accattivante creatività. La triade finale si caratterizza per un ritorno al post rock contaminato da riff psichedelici cuciti assieme da un songwriting di alto livello, a riprova della grande maturità compositiva raggiunta dal gruppo. La voce di Batelli merita un capitolo a parte. Non perché abbia dei difetti congeniti, anzi, i falsetti e le parti acute sono sempre sotto controllo. Il cantato e lo strumentale si prendono per mano per tutti e 27 minuti dell’album. Esagerando, sembra in alcuni frangenti che la voce accarezzi le parti strumentali, accompagnandole fra picchi, risalite e cambi di ritmo. Ma il modo di cantare assomiglia troppo a quello di Matthew Bellamy dei Muse. Anche la musica in alcuni tratti ricorda gli esordi del gruppo gallese, ma la voce purtroppo risulta quasi identica. E’ un peccato, perché è difficile per chi ascolta non considerare questo elemento.
Detto ciò, ci troviamo di fronte a un disco dal ritmo veloce, incalzante e che fugge da qualsiasi tipo di banalità. La tecnica espressa dal gruppo non è mai fine a sé stessa, ma come detto da Batelli stesso in un’intervista “ non è mai esaltata, è solo funzionale e rimane in ogni caso alle dipendenze della componente emotiva “.
Insomma un gran bel lavoro scrupoloso e attento ai dettagli senza per questo risultare piatto e inespressivo. Gli arrangiamenti sono fatti con dovizia e intelligenza, i synth sono al posto giusto senza eccedere. Solo la sezione vocale lascia, come detto sopra, un po’ l’amaro in bocca. Per il resto però, bravi tutti.

Planet Brain su myspace

Andrea Quadroni
Andrea Quadroni
Andrea Quadroni, 27 anni, millanta origini austriache e un passato da suonatore di basso. Nato a Como, vive in un paesino alla periferia del mondo civile. Al liceo si pettinava con il sapone di Marsiglia, ha studiato tra Milano e Parigi e si è laureato da poco in storia. Scrive di musica, cura scrupolosamente i suoi baffi biondi-rossicci e ama ripetere con orgoglio “I saw Pulp live”.

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