Porcelain Raft – Strange Weekend (Secretly Canadian, 2012) - Indie-eye

Di EP in EP Mauro Remiddi è giunto al suo debutto a nome Porcelain Raft, marchio ben noto nel sottobosco hipster londinese e con cui approda alla prestigiosa Secretly Canadian, a seguito di una ricca carriera fatta di viaggi (non solo Europa, ma persino la Corea del Nord) e collaborazioni, sia estemporanee che di più lunga durata, come testimoniano gli 00s dei suoi Sunny Day Sets Fire. Attualmente domiciliato a New York Remiddi sintetizza magistralmente in Strange Weekend una congerie di contemporaneissime tendenze, dalla chillwave al dream pop più aggiornato, da Neon Indian a M83 (attualmente a braccetto del nostro per alcune date dal vivo), attraversando un limbo di anime incorporee in cui synth delicati, layers e sornione chitarre acustiche mirano a far perdere all’ascoltatore la percezione di tempo e spazio. L’operazione di Remiddi affascina e travolge il nostro animo più delicato: fin dal primo, iconico brano Drifting In And Out si dichiara orgogliosamente a favore di un’astrazione sognante, che nessun pezzo intende sconfessare. Anche le flebili pulsazioni di Is It Too Deep for You? preferiscono ammorbidirsi e adeguarsi al tono malinconico del tutto, un luminescente pelo d’acqua da cui la voce di Remiddi emerge con grazia, velata di un’ammaliante androginia che ricorda un edulcorato Brett Anderson lost in space. I contorni sfumati sanno farsi sì zuccherini (Backwords), ma squadernano un potenziale pop-rock deciso e sferzante quando meno te l’aspetti: Unless You Speak From Your Heart si ritaglia uno spazio particolare, movimentando l’atmosfera limbica con lo stesso irresistibile piglio radio-wise dell’arguta Put Me To Sleep. I due minuti di If You Have A Wish registrano un’ulteriore impennata onirica, lasciandovi in balia di una chiusura dai preconizzabili toni soffusi, a coronamento di un disco che, se da una parte sembra voler mettere in secondo piano il suo lato più ambizioso, dall’altra sembra volervi raccontare la semplicità di un risveglio, puntando all’empatia un po’ distratta di un ascoltatore capace di apprezzare le piccole cose.