Rent è il nome d’arte di Matteo Ferrarese, artista poliedrico che nel corso degli anni ha sperimentato il proprio talento in diversi campi. Nel 1996 pubblica un libro di poesie e inizia a suonare con la band post punk Milena l’eretica, successivamente assume il nome d’arte attuale (Rent è un omaggio all’opera rock di Jonathan Carson ispirata alla Boheme di Puccini) e fonda Lola Rent. Il gruppo raggiunge l’apice subito con il primo album, si esibisce a supporto di artisti come i Planet Funk e Caparezza, il singolo Strade viene utilizzato in uno spot Vodafone. Segue uno staticità creativa che porta Matteo a tentare la strada solista, non prima di aver pubblicato nell’ottobre 2010 Photo Collection n.1, raccolta di immagini e foto. La Muerte è il primo lavoro pubblicato dall’artista. Il cd, fin dal primo ascolto, stupisce per la raffinatezza dei suoni, davvero piacevoli e mai fuori posto. Le prime quattro tracce colpiscono per il loro minimalismo. Un istante e La muerte scorrono veloci grazie alla loro struttura semplice e lineare, Cambio pelle ricorda i primi Bluvertigo mentre Il sole e la luna si caratterizza per inserti dub. In Penombra vede l’ingresso nel disco della chitarra acustica che, abbinata ai ricami elettronici di Fuori moda e Silenzio, impreziosisce tutta la seconda parte di La muerte, in cui spiccano Silenzio (interessante sezione ritmica) e la grintosa e graffiante Voglio tutto. Le sonorità pop si mischiano a momenti psichedelici, creando atmosfere dark che ben si uniscono all’immagine di Rent, misteriosa e seducente. La voce è calda e piacevole, forse un po’ monocorde ma si attorciglia bene alle melodie semplici e lineari delle canzoni. I testi sono freschi, spaziano da momenti più intimisti ( Le lacrime non mi scendono più / mi bagnano l’anima) ad altri più crudi (ad esempio nella canzone Cambio pelle) ed espliciti (Qualcosa di meglio). Le liriche non sono banali e hanno spunti molto interessanti, su tutte la languida Dirsi addio. La muerte è un album pop che prende tanto dagli anni ottanta e si lascia contaminare da suoni differenti (David Bowie, Depeche Mode e Bauhaus ad esempio). Alla base c’è probabilmente una chiara idea di quello che si vuole rappresentare e comunicare. Per questo, nonostante il cd non abbia al suo interno una ricerca musicale particolare, il risultato ottenuto è buono. Precisa visione del mondo, tracce definite e melodie accurate, accompagnate da solide basi musicali: ecco i segreti di Rent per creare un buon disco.