L’ultimo EP dei veneti Riaffiora conta appena tre brani, eppure la carne messa al fuoco è tanta. Perché Antonio P. non è semplicemente una raccolta di canzoni, bensì un progetto ad ampio raggio che coinvolge numerose forme di espressione. Il curatissimo packaging prende la forma di un libretto che in sé è già una piccola opera d’arte. All’interno sono presenti credits e testi ma anche un racconto in sei episodi, scritto a più mani da alcuni membri del gruppo e da autori esterni. Lo scopo è raccontare la storia del protagonista, “ospite” di un centro di igiene mentale, partendo ogni volta da una diversa angolazione. Una vicenda drammatica illustrata anche dagli angosciosi disegni di Igor Verdozzi e dal bel video di animazione (compreso nel supporto CD) ad opera di Cristian Guerreschi. Sarebbe dunque riduttivo inquadrare il progetto solo dal punto di vista musicale, ma se di musica dobbiamo parlare possiamo dire che la proposta del quartetto (basso, chitarra, batteria, pianoforte e contributi esterni agli archi) si inserisce tranquillamente in quel filone che va dai Marlene Kuntz più addomesticatiti a Paolo Benvegnù, dagli Afterhours a Moltheni, passando per i Baustelle. In definitiva, rock cantautoriale che fa dei testi in italiano il proprio punto di forza. L’episodio migliore è rappresentato probabilmente da Vera Storia di Due Amanti Infelici, in cui il recitativo richiama alla mente i gloriosi Massimo Volume, sebbene l’attitudine dei Riaffiora sia meno narrativa e decisamente più romantica rispetto a quella del gruppo di Clementi. A parere di chi scrive non si può gridare al miracolo, tuttavia i pezzi risultano ben scritti e ben arrangiati e nel complesso l’intera operazione funziona.