Far uscire il sangue dalle rape è un modo di dire con il quale si esprime l’impossibilità di trarre risultati eccellenti se i presupposti sono più che miseri, poveri di succo come le rape. Su questo presupposto giocano i fiorentini Sangue di Rapa, lanciando la carta dell’autoironia e della superbia allo stesso tempo (cavare il sangue dalle rape sarebbe lodevole). In realtà questo Ep di 6 tracce in libero ascolto è un cartellino da visita molto umile, nonostante una certa dose di coraggio ci sia fin da subito. Suonare rock, senza alcun apparato tecnologico che superi un amplificatore a transistor, oggi viene visto come un concorso di colpa verso la banalità della musica italiana. E’ il contrario: il trio ci prova sfoderando chitarra, basso e batteria, pompando su direttive hard-rock e blues in La Fretta (un esercizio di stile alla Satriani, pulito e corrosivo), stesso commento per La Morte del Re con incisi più soddisfacenti, che puntano sull’alt-rock. L’Uomo Arancia! è lo studio più caricato di materiale: il basso distorto che tira su un 7/4 dance, da puri indie-rocker, con un riff tanto semplice quanto immediato nel legarsi nel ricordo. Il Giorno dell’Audizione continua sul fil rouge del rock vibrante, suonato chiaro e forte, descrivendo un giornata tipo da reality (forse l’esperienza di qualche provino può aver aiutato). Il Naufragio e A Caccia intervallano le scariche elettriche, ma sono comunque pompate anche senza utilizzare il distorto sempre acceso. Per quanto riguarda la lingua italiana, lo standard è certamente fuori dal cantautorato, ma di sicuro si va al di sopra della media base esordienti, che anche per statistica è a un livello basso. Rivoluzione e passione, ma pure una psichedelia anti-consumismo (di chi è parente altrimenti l’uomo arancia se non del Vegetable Man pinkfloydiano?). E non ci dimentichiamo del cantante Mattia Biagiotti, talvolta spinto sulle corde di Billy Corgan ma a suo agio anche su note più umane (nelle quali somiglia a Simone Cristicchi, ma non se la prenda a male, nè lui nè Cristicchi). Potranno maturare in tutti i sensi, basta che permanga questa freschezza di suoni e questa immediatezza non filtrata dai deliri della post-produzione.