Il mondo del rock è prettamente maschile, e questo è un fatto. Anche una facile statistica potrebbe dimostrarlo senza troppi problemi. Se escludiamo un certo indie-country, che tanto sta prendendo piede negli ultimi tempi, e l’arcinoto filone di cantautorato introspettivo e intimista le donne che sono riuscite a conquistarsi un ruolo di rilievo nel panorama musicale alternativo hanno dovuto farsi strada con le unghie e con i denti. Questo, anche se poco meritocratico, ha permesso una notevole selezione naturale. Solo le più brave riescono. È allora ovvio che un esordiente (in senso lato) prenda come riferimento il meglio che il panorama italiano abbia offerto fino ad oggi. Non tanto per copiare, più che altro per imparare il mestiere. Così fa Sarah Stride, ammirando la grinta della Nannini (‘Eco breve’), studiando la classe di Cristina Donà (‘Tra i miei gesti’), ispirandosi al lirismo della cantantessa Carmen Consoli (‘Prede di volo’) e al carisma di Meg (‘L’indispensabile’). Frullando assieme tutte queste suggestioni, amalgamandole poi con un piglio alla Alanis Morisette nostrana. Costruendosi una solida band composta da ottimi musicisti come Alberto N. A. Turra (alle chitarre), William Nicastro (al basso) e Antonio “Tato” Vastola (batteria), compone 11 pezzi di rock sferzante e toccante, ricco di richiami agli anni ’80 e ’90 italiani. Impreziosendo, però, gli arrangiamenti grazie all’elettronica accattivante di Kole Laca (2Pigeons) in ‘Respira’ o alla calda tromba di Gendrikson “Pucci” Mena (Vedasi ‘La Preda’), per non parlare delle strazianti note degli archi di Mariella Sanvito e Matteo Del Soldà. Riuscendo così, almeno in parte, a rinnovare un canone altrimenti abusatissimo. Da notare poi ‘Metallo’, scritta a quattro mani con la tristemente nota Melissa P (per suscitare un po’ di sacrosanta curiosità nel nostro voyeuristico popolo) e la cover di Sergio Endrigo (scelta di classe) ‘Te lo leggo negli occhi’. Un progetto solido e interessante che ha un suo perché, se poi Sarah e la sua band riusciranno ad emanciparsi e ad “uccidere” i loro vari maestri otterranno indubbiamente maggiore personalità e maggiore attenzione.
Credits:
Sarah Demagistri: voce, cori, percussioni.
Alberto N. A. Turra: chitarre.
William Nicastro: basso elettrico.
Antonio “Tato” Vastola: batteria.
Marcella Sanvito: violino in 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9.
Matteo Del Soldà: viola in 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9.
Davide Tedesco: contrabbasso in 4, 5, 8.
Gredikson “Pucci” Mena: tromba, flicorno in 4, 5, 8.
Humberto Amèsquita: trombone in 4, 5, 8.