Con più che evidenti rimandi (per usare un eufemismo) al mondo dell’ elettropop contemporaneo che annovera tra le sue fila Fischerspooner, The Presets, Ladytron soprattutto, ma molti altri, fino ad arrivare agli indiscussi padri Kraftwerk, poi via attraverso Depeche Mode e perché no Visage, gli italianissimi Sinclair (da non confondere con l’ omonimo Bob, l’ autore preferito da Neri Parenti per i suoi fantastici cinepanettoni) cavalcano l’onda. Occhi e orecchi tutti per gli anni 80, con qualche virgola e parentesi che sottolineano che dagli anni 90 ci sono passati e giù duro con ondeggiamenti del corpo su pavimenti che si illuminano.
Tutto effettato, tutto computerizzato, analogizzato, tutto cybertronico. Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Il disco però è carino, e soprattutto fatto per niente male. Temi semplici, suoni non odiosamente default, voci che sono là dove devono stare. Escono per Disco Dada Records, distribuzione Venus e promozione Prom-o-rama, produzione di Lorenzo Montanà. Manca il pezzone, quello che sconvolge, quello che ti fa alzare dal divano sbronzo per andare a ballarlo in pista, e alla lunga ci si stanca un pochino, ma il prodotto nel complesso c’ è, a dire che il mestiere del musicista elettroplastico lo sanno fare anche da noi.