Gli Stars Like Fleas stanno preparando un nuovo album dal probabile titolo di The Ken Burns Effect; nessun riferimento preciso, tranne il fatto che è stato registrato al Rare Book Room con l’aiuto di Nicolas Vernhes, poche altre informazioni presso lo spazio della band presente su Myspace, aperto dal 10 febbraio del 2005. Stars Like Fleas, Shannon Fields (Brooklyn) e Montgomery Knott (Austin, TX), sono attivi sin dal 1998, emersi dallo status di culto durante il 2005 grazie ad un nutrito numero di shows a fianco di nomi come Grizzly Bear, Akron/family; Blevin Blectum, hanno sfruttato la rendita di Sun lights down on the fence, sorprendente secondo lavoro della band, uscito nel 2003, reso noto durante i concerti dei due anni successivi e che fuori e dentro la rete ha collezionato una valanga di recensioni in preda alla possessione orgasmica, non ultime le classiche uscite di Pitchfork che definisce il loro suono come un fugace sguardo precognitivo all’interno del subsconsio. Nella rete degli Indie-critics all’italiana se n’era accorto solamente Giancarlo Turra di Sodapop. Molto difficile descrivere il complesso gioco di Textures di Stars like fleas; lo spettro del Robert Wyatt più radicale è una delle sensazioni più forti e allo stesso tempo maggiormente di superficie ricavabili dai layer vocali di questo duo che si trasforma in collettivo mutante durante i live-set. Senza dubbio il loro approccio a glitch, laptop e folk non è quello di Cocorosie o di altri hipsters della generazione wireless; c’è un’idea molto vicina alla mentalità “elettronica” di Derek Bailey, allo sguardo verso la musica contemporanea rivista da Gastr Del Sol, ai soundscapes cinematici di Boxhead Ensamble. Sempre dal citato spazio su Myspace è possibile ascoltare quattro tracce; un peccato perderle di vista.