Perdersi per poi ritrovarsi? Beh, non è proprio così. I Tapes’n Tapes avevano fatto ben parlare di sé con l’esordio autoprodotto The Loon, buon concentrato di ruvidezze indie-rock dal taglio fortemente chitarristico. Ciò li aveva portati alla corte del Re Mida dell’indie Dave Fridmann, il quale aveva fatto con Walk It Off – loro secondo lavoro – quello che sa far meglio, ovvero inzuppare la ricetta con abbondanti dosi di pop storto e iperprodotto (alla sua maniera, of course) col risultato di snaturare il sound dei nostri. Così, con la loro terza uscita, le cassette ritornano a fare quello che sanno far meglio, ovvero: indie-rock a volte ruvido, a volte nervoso, vicino a bands come Clap Your Hands Say Yeah e Strokes. Ma non è tutto: spesso si tenta anche la carta del refrain vincente e dell’incedere epico che ha fatto la fortuna – e che fortuna – dei blockbuster dell’indie, gli Arcade Fire. In questo senso Outside parte discretamente bene, con un brano come Badaboom che si lascia ricordare ed apprezzare: lo stesso, haimè, non può dirsi delle successive tracce, ben suonate e meglio registrate rispetto all’esordio, ma che scivolano sempre più nell’anonimato mano a mano che si procede nell’ascolto di un disco peraltro troppo lungo. I Tapes’n Tapes ci mettono cuore e passione, Josh Grier canta pure bene, ma le canzoni non si lasciano ricordare, ad eccezione di quando, come in Hidee Ho, si rallentano i ritmi. Non li diamo per perduti, ma la prossima prova sa tanto di ultima spiaggia.
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