La notevole Rumraket, ovvero la stessa etichetta che in Danimarca pubblica i lavori di Efterklang ha messo sotto contratto le Taxi Taxi, di cui avevamo parlato molto tempo fa anche su Indie-eye, e per il 7 maggio ha programmato il debutto discografico delle sorelline Svedesi con un Ep omonimo di sei tracce. Rispetto all’impermanenza dei primi esperimenti il songwriting di Miriam e Johanna Eriksson Berhan si avvale della produzione di quel geniaccio di Bjorn Yttling, le cui capacità di strapazzare l’immaginario Bernstein in un incubo sonico sono testimoniate dai pochi samples del suo profilo myspace. Ma quello che sorprende è il tocco invisibile del pianista danese che ha probabilmente lavorato più sui timbri e sulla resa sonora che sul potere evocativo del lavoro delle Taxi Taxi, dedite ad un folkwriting tra la bjork più fiabesca e l’astrazione del miglior Jose Gonzales. All i Think of è uno splendido incipit sostenuto da una struttura flebile e appena accennata da glockenspiel e chitarra acustica, è il tempo dilatato delle voci che elabora una tramatura aerea e dolorosa che finisce davvero nel vuoto di una sospensione, colmata dall’attacco pianistico di Belle infettata da un mood più tradizionale legato al soul scordato e glaciale delle sorelle Berhan.To hide this way e Water sono i brani più vicini al folk senza territorio di Jose Gonzales, ancora una volta legati ad una riduzione effettiva di tutti gli elementi in gioco in funzione del percorso desolato delle voci. In questo senso Heart si serve praticamente di una struttura a cappella con le voci strumento che disegnano spazi e distanze. Mary, la traccia conclusiva, tradisce ancora una volta una bizzarra vena soul assolutamente non performativa, sciatta e abbandonata a derive minimali senza la minima preoccupazione di confezionare suture.