“Glory Hope Mountain” è la traduzione più o meno letterale di Gloria Esperanza Montoya, nome della madre del leader dei canadesi The Acorn, Rolf Klausener, vera e propria musa per questo disco, i cui testi ed atmosfere sono ispirati da una serie di interviste che hanno per oggetto la sua vita, abbastanza avventurosa a quanto pare di capire, dall’infanzia in Honduras fino all’emigrazione in Nord America. Su alcuni brani, caratterizzati comunque da una struttura tipicamente folk americana, vanno quindi ad impiantarsi elementi della musica tradizionale honduregna, appositamente studiata da Klausener, come ad esempio in “Flood Pt.1”, in cui le trascinanti percussioni di sapore tra il latino e il tribale fanno la parte del leone, o in “Crooked Legs”, coi fiati che emergono di tanto in tanto e un crescendo che porta a un finale percussivo, o ancora in “Low Gravity”. In altri casi invece le canzoni restano su binari meno “etnici”, come nella dolcissima nenia “Even When You’re Sleeping”, in “Glory” e in “Plateau Ramble”, dove pare di sentire l’influenza dei connazionali Plants And Animals e Great Lake Swimmers nei loro frangenti più intimisti. C’è anche spazio per momenti eterei, nella strumentale (con brevi spezzoni della voce materna in lontananza) “Sister Margaret”, e per accelerazioni verso il rock, sulla falsariga degli ultimi Okkervil River, nella breve ma incisiva “Antenna”, Questa varietà di influenze e un livello di scrittura sicuramente buono rendono l’ascolto del disco piacevole, un’immersione in un’atmosfera malinconica e legata alla dimensione della memoria, guidati da Klausener e dalla sua voce gentile.