domenica, Dicembre 22, 2024

The Lilies – We are The Lilies (V2/Cooperative, 2011)

A Sergio Dias e ai suoi Mutantes dobbiamo riconoscere un merito importante: quello di aver incarnato la backing band capace di supportare la visione antropofaga di Gill e Veloso, riuscendo a fare proprio il sound (allora) estremamente moderno di Hendrix e dei Beatles, uno degli ingredienti alla base della mistura tropicalista. Per questo, e per gli indimenticabili pezzi scritti con il suo gruppo alla fine dei ’60, stimiamo Serginho e tutt’ora lo amiamo. Per le stesse ragioni lo apprezza David Sztanke, leader dei parigini Tahiti Boy and the Palmtree Family, tanto che gli sarà parso di sognare quando si è presentata la concreta possibilità di incidere un album assieme al suo idolo. Sul piano affettivo sono sinceramente contento per lui, tuttavia We are The Lilies che di questo incontro è il frutto – non è opera di cui andare particolarmente fieri. Mandare a memoria i Fab Four nel 1967 era sicuramente sintomo di una certa ricettività verso le nuove tendenze musicali. Al momento, ricalcando pedissequamente le stesse sonorità, non si va oltre un generico revival. Non che i due abbiano fatto un brutto disco, intendiamoci. Ma le composizioni dei Lilies non offrono nulla che non possiate già trovare nei solchi di Rubber Soul o Sgt. Pepper. Anche la presenza di ospiti d’eccezione come Iggy Pop e Jane Birkin sembra un pretesto per mascherare la carenza di spunti innovativi. Gli ultimi tre brani dell’album, a onor del vero, registrano un’impennata qualitativa notevole: O Mar è funk nervoso e storto immerso in una vasca d’acido, Jennifer et la Serviette un breve strumentale per tastiera naive, O Bahia una nenia psichedelica a base di voci drogate e percussioni selvagge, che trascina a oltranza lo stesso disturbante motivetto. Meglio che niente, ma forse un po’ poco per dare legittimità all’intera operazione.

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Federico Fragasso
Federico Fragasso
Federico Fragasso è giornalista free-lance, non-musicista, ascoltatore, spettatore, stratega obliquo, esegeta del rumore bianco

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