Procediamo per gradi. The Mirrors è un progetto milanese, dedito da diverso tempo ad un rock a cavallo tra la psichedelia e la new wave, Hinkel, è nelle intenzioni qualcosa più ambizioso, fondato più di 10 anni fa da Volker Hinkel, ovvero il chitarrista dei Fools garden (di cui a dire il vero, da Lemon Tree in qua, non è che si sia fatto un gran parlare), e si occupa di pop e affini.
Queste due formazioni hanno deciso (forse per noia?) di realizzare questo split ep, due brani cadauno, edito da Echophonic. Addirittura Andy dei Bluvertigo si è permesso di curare l’ artwork.
Dopo un rapido ascolto, ed un altro più approfondito (ma più per sbalordimento che per interesse), stento sinceramente a trovarne una seppur minima utilità. Il lavoro si apre con Through, by The Mirrors, ricorda molto Echo and the Bunnymen, addirittura Death in June in alcuni punti, sporcati però con atmosfere pop alquanto scontate, il tutto protratto per 8 lunghissimi minuti. Segue Shine, degli Hinkel, che mi riporta 10 anni indietro, senza nostalgia alcuna, a Stand by Me degli Oasis, senza la spocchia dei Gallagher (se Dio vuole), ma con un micidiale patetismo in più, a sua volta seguita dalla traccia numero 3, di nuovo a cura dei Mirrors, dal titolo My Sonic Love, pare utilizzata per la colonna sonora di un flm di produzione canadese, esatta e imbarazzante copia della prima traccia, anche se un po’ più corta, e dulcis in fundo Run, dove ci si accinge, con esiti senza esagerare improponibili (il pezzo ha molta familiarità con quelli di Cher di qualche annetto fa, Believe per dirne uno), all’ elettronica.
La mia domanda a tutto questo è: ma perché?
La ciliegina sulla torta delle ceste aziendali che ci si scambia a Natale in ditta.