E’ il 2002 quando i The Record’s si formano nell’hinterland bresciano; Pierluigi Ballarini (voce e chitarra), Gaetano Polignano (batteria) e Pietro Paletti (voce e basso). Da quella data, i The Record’s hanno messo a segno dei colpi ben assestati uscendo nel 2007 con l’Ep Joyful Celebration e nel 2008 con Money’s On Fire, primo Lp della band, che vede la collaborazione per la produzione di Giovanni Ferrario (già firma per il team di P. J. Harvey). Le idi di marzo del 2010 salutano l’uscita di De Fauna Et Flora, album mixato da Matteo Cantaluppi e masterizzato da Jon Astley presso il Close To The Edge Mastering di Londra. Un microcosmo raccontato in 13 storie di ordinaria follia, sia questa espressa dalla quotidianità della city o dall’accidia del vivere casalingo. E allora la soluzione è la fuga, celebrale laddove non sia possibile quella fisica, sonora e musicale per chi, dall’altro lato, sta ad ascoltare. Un disco che suona fresco e spensierato, o meglio, si maschera in questo modo perché in realtà ogni traccia termina lasciando in bocca quel sentore agrodolce delle occasioni perse o sprecate o semplicemente irripetibili. Prendendo a prestito il titolo di Kundera, raccontano di un’insostenibile leggerezza dell’essere. È quello che succede con l’opener del disco, On Our Minds e a nulla servono i cori di We All Need To Be Alone se il messaggio che passa è che So I heard you finally break up. La tradizione pop-rock che prende le mosse dalla lezione dei The Byrds, l’aggiunta dei fiati e degli archi, ritmi in levare, che vanno a coprire tutto il dark side cantato in una delle tracce migliori dei disco, Mr Hide, primo singolo tratto dall’album e pubblicato in versione vinile. Con De Fauna et Flora per i The Record’s arrivano i frutti più succosi di anni di lavoro; la band cambia nome in The R’s e nella formazione entra a far parte un nuovo batterista, Mauro Gambardella. The R’s firma per la National Geo Music Record Label e in primavera approda negli USA in Texas, ospite del South by Southwest Festival. A Giugno tornano in America, questa volta a Brooklyn e NY. L’accordo firmato con la Music Record Label prevede la loro distribuzione a livello mondiale, anticipata dall’uscita di alcuni singoli tratti da De Fauna et Flora (Easy Way Out, Call Of The Ice, Mr. Hide, Panama Hat, I Love My Family, We All Need To Be Alone).
Incontrati al Musical Zoo Festival a Brescia, abbiamo parlato con la band nella sua nuova line-up; Pierluigi Ballarini, Pietro Paletti e Mauro Gambardella. Le foto dell’articolo sono di Niccolò Corradini.
Dal momento che siete reduci dall’esperienza negli Usa, mi fate una retrospettiva? Impressioni e differenze tra suonare all’estero e in Italia.
Pietro: L’esperienza in America che siamo fortunati ad aver intrapreso mesi fa, ha portato a delle emozioni totalmente diverse; in generale abbiamo notato come ci sia più partecipazione da parte del pubblico, qualitativamente differente.
Mauro: L’aria che si respira è vibrante, a volte quando suoniamo di fronte a meno persone c’è una voglia di seguire, partecipare, intervenire durante il concerto. Basta fare una domanda e loro ti rispondono.
Pietro: È gente che va a vedere il concerto a prescindere dalle band che suonano. Inoltre, dal momento che il più delle volte si suona con altre band durante la stessa serata, c’è un rapporto diverso anche con gli altri musicisti, molto più immediato e “easy”.
Mauro: E questo nonostante il livello qualitativo delle band sia molto alto; le band che abbiamo visto e con cui abbiamo suonato potevano piacere o meno per genere, ma se parliamo di qualità abbiamo sempre trovato un livello altissimo.
Pietro: A me questo ha stupito meno. (continua a pagina 2…)