venerdì, Novembre 22, 2024

The secret machines – s/t (Tsm recordings 2008)

Terza prova in studio per il trio texano ormai trapiantato a New York, dopo la sostituzione del chitarrista originale Benjamin Curtis, sostituito da Phil Karnats. Le coordinate sonore della band non subiscono però stravolgimenti, restando nel campo dell’indie e dello space rock, influenzato tanto da gruppi anni ’90, a partire da Radiohead e Grandaddy, quanto da mostri sacri anni ’70, come Pink Floyd o King Crimson.
Gli otto brani che compongono il disco possono essere suddivisi in due categorie ben precise: da una parte quelli più pop, di durata minore, con struttura e melodia definita, non sempre riuscitissimi; dall’altra quelli in cui si dà più spazio alle aperture psichedeliche, che portano ad un consistente aumento del minutaggio e al tempo stesso della qualità.
Del primo gruppo fanno parte “Atomic Heels”, che potrebbe ricordare “Supermassive Black Hole” dei Muse interpretata dai Grandaddy, “Last Believer, Drop Dead”, con un gran bel ritornello che rimane in testa al primo ascolto e chitarra acida in primo piano, “Underneath The Concrete”, dalle forti reminescenze anni Ottanta, “Now You’re Gone”, che parte liquida e desolata per poi lasciare spazio ad un corpo più orecchiabile prima dell’ingresso del piano e di un finale carico di distorsioni, una specie di brit-pop sporcato, e “I Never Thought”, che pare invece una ballatona rock non molto riuscita.
Nel secondo rientrano “Have I Run Out”, sorretta fin dall’inizio da ritmi ipnotici, che poi si aprono in un trip acido con passaggi chitarristici quasi frippiani fino a superare i sette minuti, “The Walls Are Starting To Crack”, dall’incedere maestoso e dilatato, con archi, synth, riverberi e chitarra acustica ad alternarsi nella costruzione di un tappeto sonoro mutevole che esplode poi in un viaggio interstellare pinkfloydiano, e la bellissima e conclusiva “The Fire Is Waiting”, ben undici minuti in cui il gruppo dà libero sfogo alla sua ricerca di suoni marziali e psichedelici in melodie che si riavvolgono su loro stesse, con risultati più che interessanti.

the secret machines su myspace

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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