martedì, Novembre 5, 2024

The Singing Adams – Everybody Friends Now (Records Records Records, 2011)

E’ inutile stare a ribadire, ancora una volta, quanto ci faccia bene la proliferazione di musica pop a livello non mainstream. Fa bene a chi ritiene di capire poco o nulla di musica, perchè evita di farsi abbindolare dai meccanismi subdoli di composizioni vuote di sostanza e parole ancora più insignificanti. Fa bene a chi bazzica poco o tanto le famigerate scene “alternative”, arroccato su posizioni intransigenti tanto da schifare un Mi maggiore accostato a un La maggiore; o pieno di vergogna se, al sentire di una Gaga qualsiasi, non riesce a trattenere minidanze eretiche. Fa bene perchè unisce quantità e qualità, senza necessariamente discriminare l’una o l’altra. E fanno bene The Singing Adams a percorrere questa strada. Everybody Friends Now è il loro album di debutto, ma già The Singing Adams era stato usato per intitolare il progetto solista di Steven Adams, leader e capoccia del quartetto, già alla guida della Broken Family Band. Di pop si tratta, leggero, racchiuso in un guscio soffice, al riparo da distorsioni troppo rumorose, lontano da sperimentazioni di generi diversi . E’ il classico quartetto rock a dominare la scena, con qualche tromba a accentuare passaggi particolarmente solari (Move On), in undici tracce piene di melodie. Sono le sfumature a dare una caratterizzazione precisa: si sente la vicinanza, non solo geografica, con The Postal Service e gli ex compagni di etichetta (Sub Pop) Band of Horses, mentre a livello melodico si avverte la riuscita ripresa dei Magic Numbers (senza quella mielosità da vomito) e dei Neutral Milk Hotel, più compressi e impacchettati. Nemmeno la prolissità delle canzoni riesce a intaccare la polpa della canzone: si prendano i cinque minuti di The Old Days, uno dei momenti migliori assieme al pseudo punk rock intriso di coretti di Injured Party, alla ballata in stile Elton John di Married Woman e a Elisabeth Frink, in odore di I Am Kloot. Non che con questo siano da trascurare gli altri pezzi, anzi. La qualità rimane alta, solo nel calo di velocità e di potenza concorre anche un calo di prestazione, minimo ma avvertibile, nella fattispecie in Red Carpet. Il giudizio non può essere che positivo, e assicuro che questo disco rimarrà vicino all’ascoltatore includendolo, volente o nolente, in questa bolla gigante di zucchero filato.

The Singing Adams su myspace

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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