mercoledì, Dicembre 18, 2024

The Softone – Horizon Tales (Cabezon, 2012)

Così come siamo, immersi fra Fleet Foxes, Wilco e Band of Horses, l’indie-folk sta diventando un cult più che una moda. Per fortuna The Softone, curioso progetto del musicista partenopeo Giovanni Vicinanza alla seconda prova in studio, sceglie una strada differente per affrontare l’argomento della tradizione musicale statunitense, a cui così tanto deve il rock degli ultimi 40 anni. Una via più cruda, genuina e ruspante, e altrimenti non poteva essere visto che la produzione del disco è stata affidata a Cesare Basile, con riferimenti musicali molto sanguigni come Tom Waits, Calexico e Mark Kozelek. L’album si apre con il blues polveroso e distorto di ‘Son Of A God’, che lascia il passo alla jazzata ‘On Your Trial’ impreziosita dall’accompagnamento di un pianoforte stile saloon, del violino, di una tromba e di una virtuosa chitarra wha wha. Si passa poi a ‘Matamoros’ dalle strofe parlate degne del più malinconico Jonny Cash, un ritornello da chansonnier francese e sorretta da una melodia mariachi. ‘Get Togheter’ invece, pezzo pop nel più classico stile statunitense, che si sviluppa attraverso il duetto fra Giovanni ed Emma Vicinanza parallelo al dialogo tra la chitarra acustica, che detta il ritmo, e quella elettrica, che parla poco ma lascia il segno. Per finire poi con il Bluegrass oscuro e sincopato di ‘Alien Lanes’, dal testo somigliante ad una filastrocca, il Rock desertico di ‘Slide Down’, resa grande dallo sfizioso contrabbasso sullo sfondo e la ballata country malinconica con tanto di armonica, tipo cowboy che torna dalla sua bella cavalcando verso il tramonto, di ‘Harmeless Is Vulgar’. Ad eccezione di alcune cadute di stile (vedi ‘Never Forget’) l’intero lavoro si colloca su alti standard qualitativi e nonostante la mescolanza di tanti generi diversi si mantiene una certa coerenza di fondo. Detto questo, al termine dell’ascolto di prodotti di questo tipo mi chiedo quale sia il motivo di un confronto così ravvicinato con una cultura che ci è fondamentalmente aliena senza nemmeno provare a metterla in dialogo con la tradizione musicale nostrana.

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The softone su myspace

Tracklist:

Son Of A God | On Your Trial | Matamoros | Never Forget | Get Togheter | True Blues | Alien Lanes | It’s Because | All That Noise | Slide Down | Harmless Is Vulgar

Credits:

Giovanni Vicinanza: vocals, acoustic, electric and lap side guitars, ukulele, electric bass, piano, percussions  | Giuseppe Bottiglieri: double bass, classic and acoustic guitars, ukulele, percussions | Cartello Esposito: drum, percussions | Engineered and recorded by Giovanni Vicinanza @ Lavalab Recording Studio (NA) | Mixed by Cesare Basile and Giovanni Vicinanza @ Lavalab Recording Studio (NA) | Mastered by Alessandro Di Guglielmo @ Elettroformati (MI) | Artwork by Andrea Caccese [/box]

 

Emanuele Lanosa
Emanuele Lanosa
Emanuele (detto Lello), 25 anni, ha terminato nel 2009 gli studi universitari, concludendo la sua carriera accademica con una laurea alla Statale di Milano in filosofia teoretica su Charles Taylor. Coltiva interessi quali basket, cinema, letteratura e ovviamente musica.

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