Contenuto in un packaging da profumo di giorgio armani, di cui manca solo la fragranza da spiaggia, l’ ep del quartetto bolognese, terzo autarchico lavoro, non è prodotto con la stessa cura e originalità del suo involucro. L’ interesse termina dopo il primo giro di chitarra, quando poco c’ è da intuire, oltre al fatto di trovarsi davanti una copia (venuta abbastanza male) degli interpol, e poco importa se dietro tutto questo c’ è un progetto giovane, e di spontanea passionalità. Solo il primo pezzo dura 6 minuti e mezzo, con pochissimi sviluppi e, mi dispiace, poche idee. Per quanto riguarda le restanti tre canzoni, la seconda è pressoché identica alla prima mentre la terza lascia intravedere qualche spunto perlomeno più preciso e meno derivativo, ma quando sembra che un raggio di luce illumini la pista, arriva la traccia numero 4, l’ ultima, che con lo stesso tempo e gli stessi suoni di NYC mi conferisce l’ autorità di dare un consiglio a questi baldi musicisti, che nonostante tutto mi stanno simpatici. Diventate la cover band ufficiale Paul banks & Co. o scegliete una strada vostra.