Il secondo album è sempre più imprevedibile, nella carriera di un artista: così potremmo affermare, parafrasando Caparezza, riguardo al secondo Lp dei The Virgins, band newyorkese che prova e trova un nuovo approccio al rock tradizionale con una maturazione di ben cinque anni. Il primo omonimo debutto, che consiglio di recuperare, mescola efficacemente indie rock con una buona dose di funk bianco, fondendo i Good Charlotte di I Just Wanna Live con i Cake e molto pop FM statunitense. Teen Lovers e Fernando Pando ponevano una buona dose di creatività al servizio del pop da classifica alternative. Chiunque li abbia visti dal vivo prima delle fasi di registrazione di questo disco penso si sia segnato il loro nome e abbia custodito il loro disco nel case da dj occasionale. Non so se anche per questa mutazione sarebbe possibile. Dopo aver cacciato l’indie rock dalla finestra, sono riusciti a non farlo rientrare dalla finestra, preferendo fare gli onori di casa a Mark Knopfler e a tutti i Dire Straits e a Bruce Springsteen. Come dire una rimpatriata con i propri nonni, strimpellando la sei corde piano piano e sussurrando di Winnebago e whisky per sollevare la polvere da quei vecchi vinili dimenticati. Un percorso simile accadde agli Arctic Monkeys, persisi nel deserto di Joshua Tree e mai più ritornati sul dancefloor. Insomma parliamo di una riscoperta degli “altri” ’80, quelli rock da classifica, spacca cuori e con la bandiera americana nei blue jeans. Flashbacks, memories and dreams unisce in una botta sola i Talking Heads delle origini, la voce roca di Knopfler e una coda strumentale danzereccia (ai tempi usata come base per la versione remixata). Niente più linee di basso tortuose e funk compresso: cassa in quattro, pause riflessive alla Dire Straits come in What Good is Moonlight, molti momenti lenti da proto wave (simili ai Kings of Leon milionari ma senza l’enfasi da pastorale americana), qualche incursione di Bowie dei periodi di magra. Ad avere una Buick e una Route 66 di notte, tutto questo disco sarebbe collocato nel posto giusto al momento giusto. In mancanza di ciò, anche la carica emotiva può bastare, ad occhi chiusi.