Se a scuola si fosse prevista un’ora di socialità, forse le vicende cui prendono parte gli essere umani avrebbero beneficiato di qualche linea guida, o utili indicazioni di comportamento. Certo, alcuni sarebbero stati ripetenti a vita, altri si sarebbero barcamenanti con invidiabile disinvoltura e altri ancora l’avrebbero evitata, sciorinando scuse di rara immaginazione. Questo per dire che le trame che aggregano e disgregano gli esseri fra loro, sono e restano un bacino esplorabile all’infinito, e quando la riflessione (o la capacità dei soggetti di condurne una) innesca il discorso, allora si creano dei racconti attorno al mondo che possono assumere diverse forme. Quella scelta da Toti Poeta, è quella della canzone. Cantautore siciliano, affine per percorsi artistici a Nicolò Carnesi ed Oratio, Toti Poeta presenta per la Malintenti Dischi, L’Ora di Socialità a quattro anni dalla pubblicazione de Lo Stato delle Cose. A differenza del precedente lavoro, il nuovo album si orienta verso la sfera del pubblico e del tema sociale scandagliando, traccia dopo traccia, alcuni dei motivi ricorrenti di quell’abitudine consolidata che passa sotto l’espressione dello stare-al-mondo. Dieci tracce attraversate da un intento politico nemmeno troppo celato o offuscato. In realtà, emerge chiaramente il desiderio di Toti Poeta di appropriarsi dei discorsi, di riportare i ragionamenti alla concretezza dell’esempio, ancorando il tutto non tanto al vissuto personale, quanto a quello della collettività.
Ne sono esempio Faccio di Tutto (colonna sonora della campagna per il referendum sull’Acqua pubblica) o la title track, che descrive il vivere all’interno degli ospedali psichiatrici giudiziari. L’elenco continua, insinuandosi fra i chiacchiericci e le speculazioni conseguenti ad eventi quali la distruzione di un terremoto (Quel che rimane che può contare della partecipazione di Roy Paci), fino a giungere alla presa di coscienza dei propri limiti e delle proprie paure (Al di sopra di me).
Forti i richiami ad alcuni nomi del cantautorato italiano che risuonano nell’album; Samuele Bersani (L’arresa), Max Gazzè (La Comprensione), Daniele Silvestri (Non Succederà, Riparto da Noi). Dieci tracce corredate e impreziosite da raffinati arrangiamenti e dalle voci degli archi, in cui la parola, e quindi i testi, rappresentano la chiave di volta per l’ascolto dell’album.