L’indie pop dei Belle & Sebastian ha fatto proseliti in tutto il mondo nell’ultima decade. I Toy Fight possono essere visti come la risposta francese agli italiani Le Man Avec Les Lunettes o allo svedese Pelle Carlberg, per citare due tra gli esempi migliori di questo filone musicale.
In ogni brano del loro “Peplum” si può respirare l’atmosfera malinconica e sognante che è marchio di fabbrica del gruppo di Stuart Murdoch, che spesso diventa però ben più di una fonte di ispirazione, rivelandosi un modello a cui aderire fin troppo fedelmente, lasciando poco spazio alla propria personalità.
La sensazione a volte è così quella di trovarsi davanti a delle sessioni di registrazione del primo Murdoch (periodo “Tigermilk”-“The Boy With The Arab Strap”) dopo un soggiorno a Parigi abbastanza lungo da fargli assumere l’accento francese.
Si susseguono all’ascolto una serie di ballate semplici e catchy, dall’iniziale “Where The Avalanches Are” fino alla conclusiva “The Soldier”, lo-fi fino al midollo, che fanno alla perfezione ciò che devono fare delle canzoni indie pop, questo bisogna ammetterlo. Il problema, come già detto, resta l’eccessiva adesione ai canoni definiti dagli scozzesi, che risulta particolarmente evidente in brani come “Minute Song”, “Tiffany” (qui ancor più che altrove), “High Noon” (più legata alla svolta “californiana” degli ultimi anni, con rimandi a Bacharach) o “A Drum Drum Boy”. Molto più interessanti risultano quindi i tentativi di evasione, per esempio nell’afflato pop alla Coral di “Your Own Fireworks”, nel lo-fi da busker “The If Song” o nei ritmi alla Gainsbourg di “Golden Make Up”, tutti brani che lasciano intendere che il gruppo francese ha le potenzialità e le capacità di fare molto di più, se solo puntasse ad uno stile più variegato e lasciasse spazio a influenze di più largo respiro. L’album esce il 17 aprile per City Slang.