Seven Songs è il primo EP dei Twelve Days Of Fitness, gruppo genovese attivo da un paio d’anni, prima come progetto solo strumentale, ora con anche la voce e i testi di Marco Cappelli.
I territori in cui si muovono i liguri sono quelli dello slow-core e del post-rock, che nelle sette tracce del disco (il titolo non mente a proposito) vengono esplorati e portati al nostro ascolto in maniera assai convincente. Le atmosfere, i battiti e le sensazioni offerte sono sempre infatti quelle giuste, in bilico tra sogno e realtà, tra nebbie autunnali e tiepide mattine primaverili, con suoni calibrati perfettamente e mai fuori posto, sia quando si rarefanno sia quando accelerano sospinti da una drum machine. Elettronica e strumenti analogici assieme, dunque, a dare un mix assolutamente riuscito, forse un po’ freddo a tratti, ma alla fine in grado di farsi spazio ed arrivare alla carne.
Oneida, la prima traccia, è un ottimo inizio, un viaggio shoegaze che riporta all’Inghilterra anni ’90 con qualche inserto elettronico; Chinese Glad Eno ha un suono più caldo ed avvolgente, diventando il brano più “umano” della raccolta, grazie anche alla voce che è meno filtrata rispetto agli altri brani; Lodo basa la sua melodia su un semplice ma efficace giro di tastiera che ci porta in un mondo ethereal pop in grado di incantare; Tree Love Song vede alla voce Maurizio Carucci degli Ex-Otago e alla batteria Santo Fiorelli, per i momenti più tirati e quasi-dance del disco; si rallenta nuovamente con Charles & I, tra suggestioni trip-hop ed echi post-rock, in bilico su stati di tensione che non si sciolgono; in Montecarlo: Enzo’s Song il clima è invece più rilassato, con chitarra e batteria ad intrecciarsi con semplicità, prima della chiusura autunnale e malinconica di Ieri: Pioggia, con i Piano Magic e a tratti i Sigur Ros sullo sfondo e tanta umidità nelle ossa.